RITRATTI IN SILENZIO

“Ritratti In Silenzio” di Enzo Dal Verme

Dopo aver immortalato celebrità come Donatella Versace, Laetitia Casta, Marina Abramovic, Bianca Jagger, Wim Wenders e molti altri, il fotografo italiano coglie il silenzio che si cela dietro la maschera sociale di personalità sconosciute ma altrettanto carismatiche.

Mercoledì 4 marzo alle ore 19 all’Istituto Italiano Di Cultura di Barcellona, in collaborazione con IED Barcelona Escola Superior de Disseny, inaugura la mostra “Ritratti In Silenzio” di Enzo Dal Verme. L’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, organismo ufficiale dello Stato italiano, ha voluto il fotografo italiano proponendo la sua mostra all’interno del calendario di eventi culturali che hanno l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura italiana nel Levante spagnolo: Catalogna, Aragona, Comunità Valenziana, Murcia, Isole Baleari ed il Principato di Andorra.

Sempre il 4 marzo, alle ore 12, Enzo Dal Verme incontrerà gli studenti dello IED Barcelona in una conferenza aperta al pubblico nella quale parlerà del suo lavoro di fotografo, del rapporto con le riviste di moda, dei ritratti scattati e delle foto in mostra.

Le immagini esposte hanno una impostazione semplice, un volto e un gesto, come nei quadri della tradizione ritrattistica italiana che hanno affascinato il fotografo durante i suoi studi di storia dell’arte. Ad esempio i ritratti di Giovan Battista Moroni, artista cinquecentesco famoso soprattutto per la capacità di coniugare la fedeltà al modello, anche con le sue imperfezioni fisiche, con l’indagine introspettiva, da cui l’intensità e la quiete che caratterizza gli sguardi.

I ritratti di Dal Verme in mostra sono stati realizzati puntando l’obiettivo “non sulle forme, ma sulla vita che le anima”. Il significato del suo pensiero lo spiega lui stesso: “Sono particolarmente attratto da ciò che c’è dietro la maschera sociale di chi ritraggo. A volte i miei soggetti cercano di sedurre la mia macchina fotografica, apparire carini, interessanti, speciali… un sacco di rumore. A me piace svelare il silenzio che c’è lì dietro”.

Enzo Dal Verme considera l’atto di fotografare una sorta di meditazione attiva e osserva i soggetti dei suoi ritratti come se stesse osservando se stesso espresso in una forma diversa. Per lui fotografo e soggetto sono come due onde che non hanno la stessa forma, ma sono tutte e due oceano. A seconda di come le si considera, sono completamente diverse oppure essenzialmente la stessa cosa. Un approccio inusuale che lo ha portato ad esplorare con la sua macchina fotografica il silenzio interiore dei suoi soggetti prima ancora dell’equilibrio estetico dell’immagine.

Giovanni Gastel commenta: “Per la mia esperienza personale il ritratto è la più difficile ed ardua delle realizzazioni fotografiche. Nell’opera devono ritrovarsi il racconto del soggetto e della sua ‘storia’, la sintesi di questa storia operata dall’autore ma anche il racconto dell’anima e della storia della fotografia stessa. La fotografia d’autore deve sempre essere anche “autoritratto” e “messaggio” di chi scatta. I ritratti di         Enzo Dal Verme sono una perfetta sintesi di questi tre elementi. Fantasia e poesia convivono in opere che sono da ammirare in silenzio per ‘sentire’ la loro forte voce“.