Who, What, When, Where, Why | Un’agenzia costruita attorno alle 5 W che restano il segreto del buon comunicare. (An agency built around the 5 W's that remain the secret of good communication)

GO RETRÓ

 

I trend watcher lo avevano previsto da tempo che il retró sarebbe stata la più grande tendenza del design nel 2022. Allora perché non iniziare un make-over degli interni? Sarà sufficiente aggiungere dei mobili dalle forme arrotondate, colori retró e un mix eclettico di pezzi vintage o volete fare un passo avanti e optare per un lifting completo? Se optate per la seconda possibilità, scegliete un pavimento della collezione Alpha Vinyl di Quick-Step. Un’ampia gamma di proposte si prestano perfettamente per le ristrutturazioni, poiché la loro struttura vinilica rigida consente la posa direttamente sul pavimento esistente. Ciò significa che si può trasformare una vecchia stanza in un interno retrò alla moda in pochissimo tempo.

ECLETICT MIX

La tendenza retró invita a scavare nel passato e a riunire elementi di stile di decenni diversi nello stesso interno. Le forme rotonde degli anni ‘50 insieme ai motivi geometrici degli Swinging Sixties e alle stampe psichedeliche degli anni ‘70.

I colori retró come il verde avocado, il giallo senape, l’arancio brillante e il marrone scuro ci catapultano indietro nel tempo, quando tutto sembrava più semplice. Aggiungete poi le linee fluide e le curve morbide del design vintage sotto forma di poof oversize, lettini ovali sospesi o letti da salotto. Poi combinate con specchi o lampade Art déco, carta da parati con motivi caleidoscopici a contrasto o sedute in velluto e rattan vecchio stile. Si tratta semplicemente di essere coraggiosi. Più audaci saranno le vostre scelte, più forte sarà il mix eclettico. Seguite i sentimenti e lasciate parlare la vostra personalità. Tutto è possibile e tutto è permesso!

IL PAVIMENTO COME FILO CONDUTTORE

Se si vuole optare per un rifacimento completo degli interni, Quick-Step suggerisce di pensare al pavimento come a un filo conduttore per collegare tutti gli elementi eclettici. Con Alpha Vinyl, Quick-Step ha sviluppato un pavimento davvero camaleontico che si adatta a qualsiasi stile. Si ha a disposizione un’ampia scelta di decori diversi in legno chiaro e scuro, intramontabile in qualsiasi interno. Oppure un elegante effetto pietra come il marmo bianco di Carrara e magari anche un divertente pavimento rosa corallo. Questo è un modo per dare un tocco moderno ad un interno vintage.

Installare un pavimento Alpha Vinyl è l’ideale per una ristrutturazione semplice e veloce: basta un click e via! Inoltre, Alpha Vinyl può essere installato su quasi tutte le superfici. Grazie al suo nucleo forte e rigido, non c’è bisogno di perdere tempo per rimuovere le piastrelle o livellare le piccole irregolarità. Grazie all’innovativa tecnologia di Quick-Step, rumore, polvere e lavori invasivi sono solo un ricordo!

Qualche vantaggio extra di Quick-Step Alpha Vinyl:

  • resistente agli impatti, all’usura e alle macchie grazie al suo nucleo duro (25 anni di garanzia)
  • 100% resistente all’acqua (ideale anche per bagni e cucine)
  • di facile manutenzione (e con un’ampia gamma di accessori)

L&B Gallery presenta HOT (Here Our Team)… that is hot!

Dopo la lunga pausa pandemica e in coincidenza con la prima edizione di AR-DE, un evento di arte e design prodotto dal Poble Nou Urban District di Barcellona, il 10, l’11 e il 12 dicembre, L&B Gallery è lieta di riaprire le sue porte per presentare HOT, acronimo di Here Our Team.

Vanessa Pey

La mostra HOT (Here Our Team), che ho personalmente curato, aperta fino all’11 febbraio 2022, è un progetto post Covid-19 che ruota intorno alla ripresa dell’interazione con l’ambiente che ci circonda e i cinque sensi, per aprirsi alla seduzione, ma anche a tutti quei temi caldi che la società sta sollevando in questo periodo e mettendo in discussione in tutto il mondo: il riscaldamento globale, le rivendicazioni intorno alla violenza di genere o le minoranze…

Pratiche di Contatto Amoroso a Distanza by Katia Giuliani

La mostra propone opere su diversi supporti e in diversi formati (pittura, scultura, ceramica, video, fotografia, acquarello, performance) di cinque artisti rappresentati dalla galleria – Anna Ill, Joan Ill, Sito Mujica, Xavi Muñoz, Vanessa Pey – in dialogo con quattro artisti ospiti: Laura Marte, Katia Giuliani, Joaquin Jara e Manel de Aguas.

Score huge savings on the best drugs by Sito Mujica

Il giorno dell’inaugurazione alle ore 20 ci sarà una performance sonora intitolata ‘Global Warming Concert’ di Manel De Aguas (Barcellona, 1996), artista cyborg e attivista trans-specie noto per aver creato e installato due pinne sensoriali cibernetiche sulla sua testa. Si tratta della rappresentazione del riscaldamento globale negli ultimi cento anni, tradotto in suono grazie alle pinne sensoriali climatiche dell’artista. L’opera ha come obiettivo quello di dare voce all’atmosfera terrestre per aumentare la consapevolezza della crisi climatica che stiamo affrontando.

Tra le opere esposte, quella di Laura Marte – di cui è in corso in questi giorni una mostra al Casal Solleric di Palma di Maiorca – che si intitola 2003 > 2021 (parte della quale è stata recentemente acquisita da Es Baluard), dedicata alle donne vittime di femminicidio. Il 2003 è l’anno in cui si è incominciato a contare il numero di donne assassinate dalla violenza maschile in Spagna. Ci furono quattordici morti solo in Catalogna, dove la prima fu Rocío Martín Céspedes (11/1/2003 a Moià, Barcellona), poi Silvia Scotto González (24/01/03 a L’Hospitalet), Gloria Sanz Silva (11/02/03 a Tarragona), mentre della quarta non si conosce il nome (27/04/03 a Girona).

È un lavoro in corso, iniziato qualche anno fa, in cui recupero la memoria, scrivendo i nomi delle donne assassinate, perché credo sia importante far conoscere i loro nomi, proprio perché sono sempre visti come dati” racconta Laura Marte. “Questi appaiono accanto a una mutandina su cui è stampata con la legge modificata 1/2004 (LOVGe). La legge organica del 28 dicembre sulle misure di protezione globale contro la violenza di genere, che è pubblicata in ventitré pagine, l’ho esposta accanto alle mutandine e ai nomi. Nella mostra di Barcellona, dato che la prima fu proprio in Catalogna, ci saranno quattro mutandine con i nomi e una senza nome“.

2003, Silvia by Laura Marte

Il lavoro di Xavi Muñoz, che è stato anche scelto come immagine della mostra HOT, rivendica la naturalezza del capezzolo femminile che, al giorno d’oggi, è sessualizzato e quindi viene vietato o censurato nelle reti sociali. Un tema “caldo” come testimoniano anche il recente post su Instagram di Madonna o la vicenda, in occasione dell’ultimo Festival del Cinema di Venezia, legata alla rimozione, sempre da parte di Instagram, della locandina dell’ultimo film di Pedro Almodovar Madri Parallele poi ripristinata.

Pink Mothers by Xavi Muñoz

Oltre a quella organizzata in occasione dell’inaugurazione, prima della fine della mostra l’11 febbraio, ci saranno altre due performance, una della violoncellista Mariona Camats il 21 gennaio e l’altra di Joaquin Jara il 3 febbraio.

Esfinge by Joaquin Jara

AR-DE è un circuito di gallerie, showroom e musei che offrono le loro migliori proposte con l’obiettivo di promuovere l’arte e il design nel quartiere creativo Poble Nou a Barcellona, incoraggiando la vendita di creazioni di artisti e designer locali e internazionali, emergenti e affermati. Tre giorni per approfittare del ricco programma culturale e di questi spazi e avvicinarsi all’arte e al design in modo diverso.

L’innovativo programma di AR-DE coinciderà con i già noti Urban Talks, un ciclo di conferenze itineranti che mirano ad aprire un dibattito sulla cultura e la creatività nell’ambiente urbano.

HOT (Here Our Team). Dal 10 dicembre 2021 all’11 febbraio 2022, orari 10-14 e 16-19, cocktail 10 dicembre alle 19. L&B Gallery, C/ Àlaba 58, Barcelona (metro Bogatell)

NUOVE VIE

https://youtu.be/xdRf_pgHirQ

Convinta assertrice della possibilità di guidare consapevolmente la propria esistenza grazie ad un preciso stato di coscienza e prestando attenzione ai messaggi che l’Universo dispone lungo il nostro cammino, Daniela Marzani è laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche all’Università di Milano Bicocca con una tesi sul fenomeno della sincronicità, il confronto tra gli studi junghiani, quelli di fisica quantistica e quelli di neuroscienze.

Da sempre interessata alle relazioni interpersonali e alla comunicazione, ha conseguito anche la laurea in lingue allo IULM Università di Lingue e Comunicazione con una tesi sull’espressione poetica delle emozioni riguardo i grandi temi esistenziali. Da sempre studiosa del rapporto tra l’individuo e l’ambiente e delle interazioni tra mente e corpo, utilizza le conoscenze maturate per favorire la comunicazione consapevole e l’espressione autentica di sé attraverso una molteplicità di pratiche tra cui le costellazioni familiari e spirituali.

Per informazioni: https://danielamarzani.it/

Inner Nature


Sofía Fernández Stenström alla Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona

La fotografa Sofía Fernández Stenström presenta dal 18 febbraio al 10 aprile 2021 la sua prima mostra alla galleria Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona, città scelta dall’artista da alcuni anni per vivere e lavorare.

Nata a Stoccolma nel 1974, Sofía Fernández Stenström ha trascorso la sua infanzia tra Svezia e Spagna, dualità che ha fatto nascere il suo interesse per la fotografia come esigenza di comunicare contrasti e ricerca di identità. Dopo aver studiato arte a Londra ed essere diventata mamma ha iniziato a sviluppare un suo proprio stile fotografico esplorando il proprio corpo e catturandone la risposta emotiva. Il contrasto tra il freddo esterno e il caldo interno rappresentato dai due Paesi a cui è legata è evidente nelle sue opere e, parafrasando il regista svedese Ingmar Bergman, le sue foto vanno “dritte alle nostre emozioni, nel profondo della stanza buia dell’anima”.

Femminilità, nudo e natura sono elementi ricorrenti nel suo lavoro, con l’intento di esprimere una carica emotiva di intimità attraverso il personaggio ritratto che si fonde in ambienti onirici, Più che scenari, la natura e la casa si presentano come primitive , habitat della vita, come qualcosa di più di un semplice spazio in cui le relazioni personali si manifestano nel loro ambiente più organico. Dall’esplorazione di temi come la malinconia, la disperazione e la fragilità dei rapporti umani, l’artista attraverso il suo obiettivo cerca di invitare lo spettatore a riconoscersi emotivamente nei volti e nei corpi dei personaggi ritratti.

La fotografia deve essere sentita, non letta o spiegata” è l’idea su cui Sofía basa il suo lavoro: un atto intimo tra lei e la modella, dove entrambe sono aperte l’una all’altra e le loro emozioni si riflettono. Nel processo per poter entrare, le maschere vengono rimosse e gli strati di pelle vengono delicatamente sfogliati. Di conseguenza, le immagini hanno una forte femminilità e nascondono la connessione astratta tra l’una e l’altra. Un’unione sottile che si spezza al tocco.

Sofia ha realizzato diverse mostre nel corso della sua carriera in Spagna, Svezia e Italia. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste, tra le altre, come Vogue Italia, La Mono Magazine, MiND # 9, Jute Fashion Magazine.

LA GALLERIA

Victor Lope Arte Contemporáneo è una galleria d’arte fondata a Barcellona nel 2009. La sua è lanciare e consolidare la carriera di artisti noti ed emergenti che hanno un approccio unico all’arte contemporanea, al fine di valorizzarli a livello globale nel mercato dell’arte europeo e internazionale. Situata nella zona delle gallerie di Barcellona, Victor Lope Arte Contemporáneo dispone di due sale espositive per un totale di 130 metri quadrati. La Galleria organizza una decina di mostre all’anno, alcune curate da esperti, e partecipa anche a varie fiere internazionali e al Barcelona Gallery Weekend. La galleria Víctor Lope è anche membro del consiglio dell’associazione delle gallerie Art Barcelona e del Consortium of Contemporary Art Galleries.

www.sofiaf.com

www.victorlope.com

Nuove parole per il futuro: isocrazia ovvero uguaglianza di potere.

Riporto integralmente ‘Il commento della settimana’ di Moni Ovadia che ho appena letto sulla newsletter settimanale del Manifesto (Lunedì Rosso de l’8 febbraio 2021), perché ritengo molto interessante l’idea che, per immaginare orizzonti alternativi e costruire un nuovo futuro, si debbano anche cercare nuove parole.

“Il dibattito aperto su il manifesto il 19 dicembre 2020 da Stefano Bonaga e Pier Giorgio Ardeni su politica democrazia e società, facendo perno sul concetto assai ficcante di isocrazia, è il primo segno, da molto tempo a questa parte, che c’è vita fra coloro che fanno del pensiero uno strumento di elaborazione progettuale.

Ed è fra quel «popolo» che pensa per motivi di studio, di lavoro o di vocazione, che la politica in quanto edificazione di polis e societas può risorgere. I corpi intermedi per definizione, ovvero i partiti e similia, non sono più tali. Progressivamente si sono trasformati in caciccati di potere, in imprenditori di se stessi come bene è stato scritto da Nadia Urbinati.

Hanno sposato la politique politicienne (la vera antipolitica) che consiste nell’occupare tutti i posti di potere a loro disposizione per guidarli con l’arbitrio dei loro interessi di bottega e nel trascorrere il tempo «politico» in pseudo scontri sul nulla per legittimare il loro ruolo in pletorici talk show, sempre uguali a loro stessi che sono pura camera di risonanza del vuoto pneumatico che abitano.

La società e i territori non rientrano nei loro interessi se non quando pensano ti poter ricavare vantaggi elettoralistici, mostrando un interesse strumentale. In queste condizioni emergono gli uomini peggiori e, che Matteo Renzi sia diventato segretario di un partito che ancora ha l’improntitudine di definirsi di centro-sinistra ne è la prova provata.

Dal canto loro gli uomini migliori che ancora vagano nei partiti per senso di fedeltà, per incredulità nei confronti del disastro, per sentimentalismo irriducibile, o sono degli zombie, o sono ridotti all’insignificanza. Il caso di Fabrizio Barca nella sua travagliata relazione con i democratici è paradigmatico. Rebus sic stantibus è pensabile di riparare i guasti esiziali di ciò che per routine si continua a chiamare democrazia come se i cittadini esprimessero una qualche potenza politicamente misurabile?

A mio parere assolutamente no. Quale costrutto si può trarre dalla politica dei partiti? Alcuno perché essi hanno perso, chi più chi meno, ogni rapporto autentico con i cittadini. È dunque necessario partire dal basso, ma non solo; è necessario rivoluzionare anche il linguaggio politico che la politica politicista ha reso asfittico trasformandolo in un gergo aziendalista partitico, espungendone il nerbo del coinvolgimento, della passione, del sogno, dell’orizzonte ideale verso cui tendere.

Per questa ragione il termine isocrazia proposto da Bonaga ha un timing perfetto. È tempo di scompaginare le consuetudini inveterate ci incastrano nel già detto e sentito, è tempo di rimettere in questione concetti spossati dall’uso meccanico e dall’abuso mediatico è tempo di tornare a studiare per anticipare le trasformazioni e mettersi alla testa dei processi di cambiamento invece di rincorrerli con la lingua a penzoloni finendo per subirli passivamente invece che orientarli verso obiettivi di senso. L’idea di isocrazia e la parola stessa susciteranno in prima battuta reazioni di perplessità e dubbi, di ripulsa e con questo?

Forse che al suo apparire non determinò le stesse reazioni il termine democrazia.

Ma ormai quest’ultima ha perso il suo portato dirompente, ha un sentore di raggiro, evoca meccanismi che in realtà spogliano e defraudano i cittadini della loro potenza politica, li condannano al ruolo di pedine di un gioco progettato a monte del loro sentire, delle loro opinioni, e posto in atto a valle dei loro bisogni, del modo in cui vedono il mondo in cui vogliono vivere e in cui vogliono che vivano i loro figli.

La società reale vede la presenza di molte realtà organizzate che operano politicamente e spesso con straordinaria efficacia. Si pensi al terzo settore i cui attivisti vanno incontro alle esigenze dei cittadini, vicariano uno stato assente non solo per offrire sostegno materiale e servizi, ma anche per garantire una presenza attiva di fronte all’assenza delle istituzioni.

Ci sono movimenti e organizzazioni che ogni volta si mettono in campo per la politica che edifica società, che vigila sul rispetto di diritti e della dignità che rimette in campo i grandi temi su cui si gioca il futuro di tutti noi.

E da ultimo i luoghi di studio, le università, gli atenei, le scuole, fucine dei saperi e di possibili classi dirigenti che spezzino le mediocri e squallide catene delle cooptazioni, dei nepotismi, dei clientelismi, delle corruzioni generatrici dell’humus che concima la classe del governo autoreferenziale e mera imprenditrice di se stessa”.

È venerdì e neanche Ultra Violet ci consola più…

È venerdì… Chi altro potrebbe consolarci con la sua ironia se non Ester Viola? E invece no…

Sono le 9.30 e leggo la newsletter di oggi, 29 gennaio 2021:

“È una repubblica fondata su Mattarella, ma c’è un limite pure all’arte di salvare la baracca.
Va male il piano dei vaccini (non per colpa nostra), vanno male le consultazioni politiche (colpa nostra), la primavera incombe più maledetta che mai. I meli saranno presto in fiore ma noi no, non ci si può innamorare in condizioni troppo avverse.
Intanto variante covid inglese, sudafricana, brasiliana. Il vaccino funziona lo stesso, oppure chissà, lo scopriremo solo vivendo.
Vi prego, per la prossima pandemia almeno organizziamoci meglio – il comitato mondiale sanità incaricherà un solo potente esperto per parlare ai popoli, gli altri alla prima dichiarazione contraria prendono una multa da novecentomila dollari per turbativa dell’ordine pubblico. Il cittadino può ubbidire anche in condizioni avverse, ma cercate di non stordirlo troppo.
Sono dodici mesi che passa in televisione sempre lo stesso talk show: finirà nel 2021. Anzi 2022. Scusate non funzionava la calcolatrice, è il 2023. Fino a quando si può stare su un pendolo che oscilla tra noia e angoscia? Qual è il numero di proclami contraddittori che un povero cristo può subire? Sapete bene che serve un animo sereno per produrre guadagnare e pagare le tasse.
L’unica discussione vagamente interessante resta Sanremo. Le aspettative sono sfortunatamente altissime, vogliono distrarci con Naomi Campbell, chi se ne frega delle co-conduttrici vallette e modelle, servono canzoni struggenti. Questi Extraliscio feat. Davide Toffolo, Colapesce e Fulminacci saranno in grado? Siamo nelle mani di Fiorello.
Qui ci siamo io e Anna Chiara Sai, gennaio è finito ma non abbiamo capito se è una buona notizia. Abbiamo perso il radar, per le buone notizie”.

Era il 2018 quando Pantone decise che Ultra Violet sarebbe stato il colore dell’anno. Allora non ci immaginavamo che quello sarebbe stato forse l’ultimo anno più bello della nostra vita libera. “Inventive and imaginative, Ultra Violet lights the way to what is yet to come.”

immagine tratta dall’articolo https://www.httpixel.it/ultra-violet-e-il-colore-del-2018-drammaticamente-provocante-e-riflessivo/

Non sapevamo ancora quanta inventiva e quanta immaginazione avremmo dovuto trovare dentro di noi negli anni a venire per resistere e provare a tratti ad essere felici. E invece oggi non basta il giallo ad illuminare il grigio. Che poi sono i due colori di Milano, ci avevate pensato? Chissà se alla Pantone lo sanno.

Il colore Ultra Violet avrebbe dovuto aiutarci ad essere più consapevoli e portare il nostro potenziale ad un livello superiore. Ci ha pensato il Covid-19. Era tutto altamente prevedibile o alla Pantone sono preveggenti come i Simpson?

Yeah, everything that ever will be has already been on “The Simpsons”.

https://tv.badtaste.it/articoli/i-simpson-hanno-predetto-anche-il-look-di-kamala-harris-in-un-episodio-in-cui-lisa-simpson-diventa-presidente/

La collina da scalare di Amanda Gorman

Amanda Gorman all’investitura di Joe Biden legge la sua poesia “The Hill We Climb”

Quando viene il giorno, ci chiediamo: “Dove riusciremo a trovar luce dentro quest’ombra senza fine?” Il peso della Perdita. Un mare da guadare. Abbiamo affrontato le viscere della bestia. Abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace e i dettami e i significati di ciò che è “giusto” non significano sempre giustizia. Eppure, l’alba è già nostra ancor prima di accorgerci di averla. In un modo o nell’altro ci stiamo riuscendo. In un modo o nell’altro ci è passata sotto gli occhi e abbiamo visto una Nazione che non si è spezzata, ma semplicemente che non è ancora completata. Noi, i successori di un Paese e di un Tempo in cui una ragazzetta magrolina e di colore, discendente di schiavi e cresciuta da una ragazza madre, riesce a sognare di diventare Presidentessa per poi trovarsi a declamare dinnanzi a un Presidente. E, sì, non siamo ancora tirati a lucido, non siamo ancora immacolati, ma ciò non significa non lottare per creare un’Unione perfetta. Stiamo lottando per forgiare la nostra Unione con determinazione. Per ricomporre un Paese che si impegni nei confronti di tutte le culture, colori, caratteri e condizioni umane. E allora alziamo lo sguardo, non verso ciò che si frappone fra gli uni e gli altri, ma verso ciò che abbiamo innanzi. Eliminiamo le divisioni perché sappiamo che se vogliamo anteporre il futuro, dobbiamo prima anteporre il liberarci dalle differenze. Deponiamo le armi per riuscire a usare le braccia libere per arrivare a quelle degli altri. Non facciamo del male impuniti contro nessuno e vogliamo armonia per tutti. Facciamo almeno in modo che sia il mondo a dir che è tutto vero. Che anche nel dolore cresciamo anche se abbiamo ferito, abbiamo sperato. Che anche se sfiniti, ci abbiamo provato. Che per sempre saremo gli uni agli altri legati, ma vittoriosi. Non perchè non conosceremo mai più la sconfitta, ma perchè non semineremo mai più divisione. Le Scritture ci dicono che ciascuno siederà sotto la propria vite e il proprio fico e nessuno li spaventerà. Se dobbiamo essere all’altezza del nostro Tempo, allora la Vittoria non verrà dalla lama, ma da tutti i ponti che abbiamo costruito. Questa è la promessa nella radura, la collina da scalare, se solo osassimo davvero. Perché essere americani va oltre l’orgoglio ereditato. E’ il passato dentro il quale camminiamo e come lo ripariamo. Abbiamo visto una forza che potrebbe mandar in pezzi e non ricomporre quei pezzi della nostra Nazione Distruggerebbe la Democrazia se ne ritardassimo l’insediamento. E quest’azione è stata quasi perpetrata. Ma se la Democrazia può periodicamente subir dei colpi, non si potrà mai sconfiggere per sempre. Noi crediamo in questa Verità in questa Fede, poiché mentre posiamo lo sguardo sul futuro, la Storia posa il suo sguardo su di noi. E’ il momento della redenzione dei giusti. Lo temevamo all’inizio. Impreparati ad essere gli eredi di tale terribile ora. Ma dentro tutto ciò troviamo la forza di essere gli autori di un nuovo capitolo, di regalarci speranza e sorriso. E quindi, se un tempo ci chiedevamo come potessimo mai prevalere sul disastro, ora diciamo convinti: “Come potrebbe mai il disastro prevalere su di noi?” Non torneremo a ciò che era, ma cammineremo verso ciò che sarà: un Paese coi lividi ma intero, benevolo ma coraggioso, fiero e libero. Non ci faremo fuorviare o non ci fermeremo davanti all’intimidazione, perché sappiamo che la nostra mancanza d’azione e inerzia saranno l’eredità alla prossima generazione che sarà il Futuro. I nostri errori saranno i loro fardelli. Tuttavia, una cosa è certa. Se mischiamo pietà con potenza e potenza con diritto, allora l’amore diviene la nostra eredità e cambierà il diritto di nascere ai nostri figli. Quindi, lasciamo dopo di noi un Paese migliore di quello che ci è stato consegnato. E con ogni respiro del mio bronzeo petto, innalzeremo questo mondo ferito in un mondo mirabile. Verremo dalle colline dorate dell’Ovest. Verremo dal Nord Ovest battuto dai venti dove i nostri Padri fecero per primi la Rivoluzione. Verremo dalle città lambite dai laghi degli Stati del Midwest. Verremo dall’assolato Sud. Ricostruiremo, riconcilieremo e ci riprenderemo. E in ogni nicchia della nostra Nazione e ogni angolo che prende il nome dalla nostra Nazione, la nostra gente diversa e magnifica emergerà martoriata e meravigliosa. Quando verrà il giorno usciremo dal buio della fiamma senza timore.La nuova alba si libra se la liberiamo. Perché c’è sempre luce se siamo abbastanza coraggiosi per vederla. Se siamo abbastanza coraggiosi da esser noi la luce.

(traduzione di Paolo Maria Noseda)

Il bello della diretta

Dall’inizio del lockdown, sono già venti le dirette di “UN DEBOLE QUASI PER TUTTO by gwep“, organizzate e trasmesse come sempre in contemporanea sul mio profilo Facebook (Guendalina Perelli) e sul canale YouTube appositamente creato. Oltre ai nove incontri di PANICO AL VILLAGGIO, la serie di appuntamenti con il pedagogista appassionato di cinema Aldo Manfredi in cui parliamo di bambini, di cinema e di cinema per bambini. Non necessariamente in questo ordine.

La Repubblica segnala i prossimi due appuntamenti di mercoledì 20 gennaio con Marcello Bonfanti e di giovedì 21, sempre alle 14, con Luciano Ruggeri.

Marcello Bonfanti, fotografo

Fotografo documentarista e ritrattista pluripremiato di fama internazionale, con all’attivo reportage per le più importanti testate del mondo e servizi corporate per noti marchi, Marcello Bonfanti ha esorcizzato il confinamento da lockdown dando vita ad un progetto che rappresenta un intimo rinascimento. La reclusione forzata che ha sconvolto improvvisamente la sua, come la nostra, vita facendogli annullare tutti i piani, lo ha gettato in una sorta di accettazione meditativa dell’ineluttabile. Questa esperienza lo ha ispirato a produrre immagini che sono una riflessione sull’esistenza. Fotografie la cui geometrica composizione racconta la storia della ricerca di un equilibrio che parte dall’esistente per superarlo. Una ricerca che è frutto di una squisita sensibilità e di una non comune capacità di sondare gli aspetti antropologici e sociologici della nostra società.

Luciano Ruggeri, personal voice trainer

La vostra voce fa intimamente parte di voi. Tutto nasce da un semplice soffio d’aria che attraversa il vostro corpo, prende il colore dei vostri pensieri e delle vostre emozioni e quando ne fuoriesce, rimane intriso della vostra essenza” (Roger Love). Personal Voice Trainer, Luciano Ruggeri è superfluo dirlo, ma t’incanta letteralmente con la voce. Da oltre vent’anni è formatore, senior consultant, coach per aziende nazionali e internazionali. Progetta percorsi per il miglioramento dei comportamenti organizzativi e manageriali e conduce percorsi formativi sulla leadership situazionale dedicati a dirigenti, coordinatori di reti vendita e profili commerciali. Realizza corsi di Public Speaking rivolti a coloro che nella loro attività hanno la necessità di gestire presentazioni, interventi in convegni e meeting ed è esperto di metodi e nel trasferire competenze nell’uso della “voce” che utilizza con lo scopo di far migliorarne l’espressione e l’efficacia persuasiva di chi ha la necessità di comunicare in pubblico. Ma anche nel privato tutti potremmo trarne vantaggio… 

Qui sotto la copertina del suo libro ‘Parlare in pubblico con l’incanto della voce’, edito da Ronca Editore, disponibile ça va sans dire come audiolibro, che nella prossima edizione vedrà la mia collaborazione per il proofreading.

Eh sì, dopo tanti anni a correggere comunicati stampa, sono talmente allenata che mi dedicherò volentieri anche a questo 😉

Le dirette possono essere sempre riviste in ogni momento qui:  https://www.youtube.com/channel/UCBHIW6dkQzjQ7-2Y7foOCew/featured

*** Aldo Manfredi lavora da circa vent’anni come pedagogista nei nidi e nelle scuole dell’infanzia della provincia di Reggio Emilia. Laurea in Filosofia (Università di Parma, 1995), Master di Specializzazione (Il ruolo del Coordinatore Pedagogico). È specializzato nella formazione professionale rivolta a insegnanti di nido e scuole dell’infanzia e nelle pratiche educative riguardanti l’essere genitori oggi. Ha collaborato con la Fondazione Reggio Children all’interno del progetto Fare Scuola ed ha varie pubblicazioni all’attivo (Cineforum, Edizioni Junior). Cura la rubrica sul cinema d’animazione della rivista Bambini (Ed. Spaggiari). Sul suo sito anche un blog con i suoi articoli: https://aldomanfredi.it/


The Great Reset, un articolo di Paolo Gallo

Paolo Gallo, autore del libro The Compass and the Radar e collaboratore di diverse testate internazionali come Harvard Business Review e Forbes, ha scritto un interessante articolo dal titolo The Great Reset? – Tra sfinimento, paura e speranza l’unica soluzione è azzerare il sistema per poter finalmente ripartire. In maniera democratica.

L’ho tradotto in spagnolo, perché molti dei mie contatti ‘castellano hablantes’ potessero leggerlo. Sono d’accordo con lui che “Non possiamo costruire un nuovo contesto con i vecchi attori e dimenticarci che in un mondo con Jeff Bezos abbiamo 2 miliardi di persone che cercano di sopravvivere con meno di 2 dollari al giorno”.

Estoy de acuerdo con Paolo Gallo: “No podemos construir un nuevo contexto con actores antiguos y olvidar que, en un mundo con Jeff Bezos, tenemos 2 mil millones de personas tratando de sobrevivir con menos de $ 2 al día“.

El Gran Reinicio (articulo de Paolo Gallo autor del libro The Compass and the Radar y collaborador de revistas como Harvard Business Review, Forbes)

El Covid-19 ha cambiado el mundo: por lo tanto, debemos observar el mundo desde otra perspectiva. Entendemos el deseo de reiniciar, de un “Gran Reinicio” que puede traducirse como “volver a poner en su lugar” o “reiniciar” el sistema antes de poder reiniciar. El Foro Económico Mundial denominó la próxima reunión de Davos exactamente así, The Great Reset, el gran reinicio.

Dos preguntas se vuelven espontáneas y naturales. Lo primero: ¿qué tenemos que resetear antes de empezar de nuevo? El segundo: ¿quién presionará el botón “Great Reset”, quién operará las palancas de control? ¿Funciona el sistema? Absolutamente sí, y también muy bien, por ejemplo, para Jeff Bezos-Amazon la riqueza aumentó en 76B, Musk-Tesla + 43B, Zuckerberg-Facebook+ 42B, Ballmer-Microsoft + 18B y Ellison-Oracle + 12B pueden estar satisfechos, ¿qué opinas?

Sin embargo, el sistema no funciona tan bien para los 50 millones que han perdido sus trabajos y para los 27 millones de ciudadanos estadounidenses que ya no están cubiertos por ningún tipo de seguro médico desde que comenzó Covid-19: lo que significa estar sin trabajo, sin seguro con una asignación estatal de $ 1200 para sobrevivir?

Según la Oficina de Estadísticas Laborales autorizada (BLS), 82 millones de trabajadores en los Estados Unidos son pagados por hora sin protección social. Estos trabajadores forman parte de la llamada “gig economy” que desde fuera parece sinónimo de dinamismo pero desde dentro significa precariedad, falta de proyectos a largo plazo.

El riesgo que corremos es fácil de entender pero difícil de resolver: que el reinicio sea liderado por personas e instituciones que seguirán sirviendo solo a los intereses de quienes se han beneficiado hasta ahora. Entonces, ¿cuáles son los problemas que debemos enfrentar? Encontré el libro reciente de Robert Reich, The System, quien se desempeñó como ministro de Trabajo con el presidente Bill Clinton, esclarecedor. En su análisis, Reich parte del poder, no de una división ahora obsoleta e irrelevante entre la derecha y la izquierda, sino entre los que están en el poder y los que no están en el poder.

En otras palabras, entre un sistema democrático y uno oligárquico. Los directores generales, jefes de empresas, no salen bien de este análisis. Difícil culparlo sabiendo que, entre 1980 y 2019, las ganancias de CEOs aumentó un 940% en términos reales, mientras que el de trabajadores en un 12%.

Del poder pasamos a la corrupción “no visible”, la corrupción sistémica que la Corte Suprema ha definido como “El efecto corrosivo y distorsionador de la acumulación de riqueza creada gracias al papel de empresas e instituciones que ya no sirven a los intereses de los ciudadanos”. En 1964, el 79% de los estadounidenses creía que el gobierno estaba trabajando por el bien común, mientras que en 2014 el 63% de los ciudadanos pensaba que la democracia estaba, literalmente, a la venta al mejor postor.

¿Sabes cuál es el indicador más relevante para entender cuál será la riqueza y las posibilidades de una persona? La riqueza de la familia y el entorno del que proviene esta persona. En colegios y universidades como Princeton, Yale, Penn hay más estudiantes provenientes del porcentaje más rico de estadounidenses (el famoso 1% en la parte superior de la pirámide) que el 99% restante. El libro ‘La trampa de la meritocracia: cómo el mito fundacional de Estados Unidos alimenta la desigualdad’ de Daniel Markovits ilustra muy bien cómo el sistema educativo es actualmente el mayor obstáculo para crear oportunidades para quienes no forman parte de la élite.

El “Gran Reinicio” solo funciona a través de un sistema democrático en el que todos están representados, donde todos son escuchados y respetados.

Le dirette di UN DEBOLE QUASI PER TUTTO

“Un debole quasi per tutto” è un libro scritto da un novantenne curioso che, come me, amava molto la vita e le sue sfaccettature. Lo comprai innamorandomi del titolo, perché anche io ho un debole quasi per tutto. Aldo Buzzi è stato uno scrittore, sceneggiatore, regista e architetto che, come me, viveva a Milano. Dedico a lui le conversazioni che tengo qui, strettamente legate alla mia passione per la comunicazione.

Con la mia agenzia GWEP public&media relations mi occupo da molti anni di dare visibilità a progetti e produzioni in diversi ambiti. Ora ho anche un canale per parlarne.

Gli episodi sono già dieci oltre alle puntate di PANICO AL VILLAGGIO – realizzate in collaborazione con il pedagogista appassionato di cinema Aldo Manfredi – che sono dirette a… seminare la calma in casa, prima durante il #lockdown e ora durante il week-end.

Tutte le dirette si possono rivedere su Facebook o cliccando qui: https://bit.ly/32CumAa

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Guendalina Perelli