Who, What, When, Where, Why | Un’agenzia costruita attorno alle 5 W che restano il segreto del buon comunicare. (An agency built around the 5 W's that remain the secret of good communication)

NUOVE VIE

https://youtu.be/xdRf_pgHirQ

Convinta assertrice della possibilità di guidare consapevolmente la propria esistenza grazie ad un preciso stato di coscienza e prestando attenzione ai messaggi che l’Universo dispone lungo il nostro cammino, Daniela Marzani è laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche all’Università di Milano Bicocca con una tesi sul fenomeno della sincronicità, il confronto tra gli studi junghiani, quelli di fisica quantistica e quelli di neuroscienze.

Da sempre interessata alle relazioni interpersonali e alla comunicazione, ha conseguito anche la laurea in lingue allo IULM Università di Lingue e Comunicazione con una tesi sull’espressione poetica delle emozioni riguardo i grandi temi esistenziali. Da sempre studiosa del rapporto tra l’individuo e l’ambiente e delle interazioni tra mente e corpo, utilizza le conoscenze maturate per favorire la comunicazione consapevole e l’espressione autentica di sé attraverso una molteplicità di pratiche tra cui le costellazioni familiari e spirituali.

Per informazioni: https://danielamarzani.it/

Inner Nature


Sofía Fernández Stenström alla Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona

La fotografa Sofía Fernández Stenström presenta dal 18 febbraio al 10 aprile 2021 la sua prima mostra alla galleria Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona, città scelta dall’artista da alcuni anni per vivere e lavorare.

Nata a Stoccolma nel 1974, Sofía Fernández Stenström ha trascorso la sua infanzia tra Svezia e Spagna, dualità che ha fatto nascere il suo interesse per la fotografia come esigenza di comunicare contrasti e ricerca di identità. Dopo aver studiato arte a Londra ed essere diventata mamma ha iniziato a sviluppare un suo proprio stile fotografico esplorando il proprio corpo e catturandone la risposta emotiva. Il contrasto tra il freddo esterno e il caldo interno rappresentato dai due Paesi a cui è legata è evidente nelle sue opere e, parafrasando il regista svedese Ingmar Bergman, le sue foto vanno “dritte alle nostre emozioni, nel profondo della stanza buia dell’anima”.

Femminilità, nudo e natura sono elementi ricorrenti nel suo lavoro, con l’intento di esprimere una carica emotiva di intimità attraverso il personaggio ritratto che si fonde in ambienti onirici, Più che scenari, la natura e la casa si presentano come primitive , habitat della vita, come qualcosa di più di un semplice spazio in cui le relazioni personali si manifestano nel loro ambiente più organico. Dall’esplorazione di temi come la malinconia, la disperazione e la fragilità dei rapporti umani, l’artista attraverso il suo obiettivo cerca di invitare lo spettatore a riconoscersi emotivamente nei volti e nei corpi dei personaggi ritratti.

La fotografia deve essere sentita, non letta o spiegata” è l’idea su cui Sofía basa il suo lavoro: un atto intimo tra lei e la modella, dove entrambe sono aperte l’una all’altra e le loro emozioni si riflettono. Nel processo per poter entrare, le maschere vengono rimosse e gli strati di pelle vengono delicatamente sfogliati. Di conseguenza, le immagini hanno una forte femminilità e nascondono la connessione astratta tra l’una e l’altra. Un’unione sottile che si spezza al tocco.

Sofia ha realizzato diverse mostre nel corso della sua carriera in Spagna, Svezia e Italia. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste, tra le altre, come Vogue Italia, La Mono Magazine, MiND # 9, Jute Fashion Magazine.

LA GALLERIA

Victor Lope Arte Contemporáneo è una galleria d’arte fondata a Barcellona nel 2009. La sua è lanciare e consolidare la carriera di artisti noti ed emergenti che hanno un approccio unico all’arte contemporanea, al fine di valorizzarli a livello globale nel mercato dell’arte europeo e internazionale. Situata nella zona delle gallerie di Barcellona, Victor Lope Arte Contemporáneo dispone di due sale espositive per un totale di 130 metri quadrati. La Galleria organizza una decina di mostre all’anno, alcune curate da esperti, e partecipa anche a varie fiere internazionali e al Barcelona Gallery Weekend. La galleria Víctor Lope è anche membro del consiglio dell’associazione delle gallerie Art Barcelona e del Consortium of Contemporary Art Galleries.

www.sofiaf.com

www.victorlope.com

Nuove parole per il futuro: isocrazia ovvero uguaglianza di potere.

Riporto integralmente ‘Il commento della settimana’ di Moni Ovadia che ho appena letto sulla newsletter settimanale del Manifesto (Lunedì Rosso de l’8 febbraio 2021), perché ritengo molto interessante l’idea che, per immaginare orizzonti alternativi e costruire un nuovo futuro, si debbano anche cercare nuove parole.

“Il dibattito aperto su il manifesto il 19 dicembre 2020 da Stefano Bonaga e Pier Giorgio Ardeni su politica democrazia e società, facendo perno sul concetto assai ficcante di isocrazia, è il primo segno, da molto tempo a questa parte, che c’è vita fra coloro che fanno del pensiero uno strumento di elaborazione progettuale.

Ed è fra quel «popolo» che pensa per motivi di studio, di lavoro o di vocazione, che la politica in quanto edificazione di polis e societas può risorgere. I corpi intermedi per definizione, ovvero i partiti e similia, non sono più tali. Progressivamente si sono trasformati in caciccati di potere, in imprenditori di se stessi come bene è stato scritto da Nadia Urbinati.

Hanno sposato la politique politicienne (la vera antipolitica) che consiste nell’occupare tutti i posti di potere a loro disposizione per guidarli con l’arbitrio dei loro interessi di bottega e nel trascorrere il tempo «politico» in pseudo scontri sul nulla per legittimare il loro ruolo in pletorici talk show, sempre uguali a loro stessi che sono pura camera di risonanza del vuoto pneumatico che abitano.

La società e i territori non rientrano nei loro interessi se non quando pensano ti poter ricavare vantaggi elettoralistici, mostrando un interesse strumentale. In queste condizioni emergono gli uomini peggiori e, che Matteo Renzi sia diventato segretario di un partito che ancora ha l’improntitudine di definirsi di centro-sinistra ne è la prova provata.

Dal canto loro gli uomini migliori che ancora vagano nei partiti per senso di fedeltà, per incredulità nei confronti del disastro, per sentimentalismo irriducibile, o sono degli zombie, o sono ridotti all’insignificanza. Il caso di Fabrizio Barca nella sua travagliata relazione con i democratici è paradigmatico. Rebus sic stantibus è pensabile di riparare i guasti esiziali di ciò che per routine si continua a chiamare democrazia come se i cittadini esprimessero una qualche potenza politicamente misurabile?

A mio parere assolutamente no. Quale costrutto si può trarre dalla politica dei partiti? Alcuno perché essi hanno perso, chi più chi meno, ogni rapporto autentico con i cittadini. È dunque necessario partire dal basso, ma non solo; è necessario rivoluzionare anche il linguaggio politico che la politica politicista ha reso asfittico trasformandolo in un gergo aziendalista partitico, espungendone il nerbo del coinvolgimento, della passione, del sogno, dell’orizzonte ideale verso cui tendere.

Per questa ragione il termine isocrazia proposto da Bonaga ha un timing perfetto. È tempo di scompaginare le consuetudini inveterate ci incastrano nel già detto e sentito, è tempo di rimettere in questione concetti spossati dall’uso meccanico e dall’abuso mediatico è tempo di tornare a studiare per anticipare le trasformazioni e mettersi alla testa dei processi di cambiamento invece di rincorrerli con la lingua a penzoloni finendo per subirli passivamente invece che orientarli verso obiettivi di senso. L’idea di isocrazia e la parola stessa susciteranno in prima battuta reazioni di perplessità e dubbi, di ripulsa e con questo?

Forse che al suo apparire non determinò le stesse reazioni il termine democrazia.

Ma ormai quest’ultima ha perso il suo portato dirompente, ha un sentore di raggiro, evoca meccanismi che in realtà spogliano e defraudano i cittadini della loro potenza politica, li condannano al ruolo di pedine di un gioco progettato a monte del loro sentire, delle loro opinioni, e posto in atto a valle dei loro bisogni, del modo in cui vedono il mondo in cui vogliono vivere e in cui vogliono che vivano i loro figli.

La società reale vede la presenza di molte realtà organizzate che operano politicamente e spesso con straordinaria efficacia. Si pensi al terzo settore i cui attivisti vanno incontro alle esigenze dei cittadini, vicariano uno stato assente non solo per offrire sostegno materiale e servizi, ma anche per garantire una presenza attiva di fronte all’assenza delle istituzioni.

Ci sono movimenti e organizzazioni che ogni volta si mettono in campo per la politica che edifica società, che vigila sul rispetto di diritti e della dignità che rimette in campo i grandi temi su cui si gioca il futuro di tutti noi.

E da ultimo i luoghi di studio, le università, gli atenei, le scuole, fucine dei saperi e di possibili classi dirigenti che spezzino le mediocri e squallide catene delle cooptazioni, dei nepotismi, dei clientelismi, delle corruzioni generatrici dell’humus che concima la classe del governo autoreferenziale e mera imprenditrice di se stessa”.

È venerdì e neanche Ultra Violet ci consola più…

È venerdì… Chi altro potrebbe consolarci con la sua ironia se non Ester Viola? E invece no…

Sono le 9.30 e leggo la newsletter di oggi, 29 gennaio 2021:

“È una repubblica fondata su Mattarella, ma c’è un limite pure all’arte di salvare la baracca.
Va male il piano dei vaccini (non per colpa nostra), vanno male le consultazioni politiche (colpa nostra), la primavera incombe più maledetta che mai. I meli saranno presto in fiore ma noi no, non ci si può innamorare in condizioni troppo avverse.
Intanto variante covid inglese, sudafricana, brasiliana. Il vaccino funziona lo stesso, oppure chissà, lo scopriremo solo vivendo.
Vi prego, per la prossima pandemia almeno organizziamoci meglio – il comitato mondiale sanità incaricherà un solo potente esperto per parlare ai popoli, gli altri alla prima dichiarazione contraria prendono una multa da novecentomila dollari per turbativa dell’ordine pubblico. Il cittadino può ubbidire anche in condizioni avverse, ma cercate di non stordirlo troppo.
Sono dodici mesi che passa in televisione sempre lo stesso talk show: finirà nel 2021. Anzi 2022. Scusate non funzionava la calcolatrice, è il 2023. Fino a quando si può stare su un pendolo che oscilla tra noia e angoscia? Qual è il numero di proclami contraddittori che un povero cristo può subire? Sapete bene che serve un animo sereno per produrre guadagnare e pagare le tasse.
L’unica discussione vagamente interessante resta Sanremo. Le aspettative sono sfortunatamente altissime, vogliono distrarci con Naomi Campbell, chi se ne frega delle co-conduttrici vallette e modelle, servono canzoni struggenti. Questi Extraliscio feat. Davide Toffolo, Colapesce e Fulminacci saranno in grado? Siamo nelle mani di Fiorello.
Qui ci siamo io e Anna Chiara Sai, gennaio è finito ma non abbiamo capito se è una buona notizia. Abbiamo perso il radar, per le buone notizie”.

Era il 2018 quando Pantone decise che Ultra Violet sarebbe stato il colore dell’anno. Allora non ci immaginavamo che quello sarebbe stato forse l’ultimo anno più bello della nostra vita libera. “Inventive and imaginative, Ultra Violet lights the way to what is yet to come.”

immagine tratta dall’articolo https://www.httpixel.it/ultra-violet-e-il-colore-del-2018-drammaticamente-provocante-e-riflessivo/

Non sapevamo ancora quanta inventiva e quanta immaginazione avremmo dovuto trovare dentro di noi negli anni a venire per resistere e provare a tratti ad essere felici. E invece oggi non basta il giallo ad illuminare il grigio. Che poi sono i due colori di Milano, ci avevate pensato? Chissà se alla Pantone lo sanno.

Il colore Ultra Violet avrebbe dovuto aiutarci ad essere più consapevoli e portare il nostro potenziale ad un livello superiore. Ci ha pensato il Covid-19. Era tutto altamente prevedibile o alla Pantone sono preveggenti come i Simpson?

Yeah, everything that ever will be has already been on “The Simpsons”.

https://tv.badtaste.it/articoli/i-simpson-hanno-predetto-anche-il-look-di-kamala-harris-in-un-episodio-in-cui-lisa-simpson-diventa-presidente/

La collina da scalare di Amanda Gorman

Amanda Gorman all’investitura di Joe Biden legge la sua poesia “The Hill We Climb”

Quando viene il giorno, ci chiediamo: “Dove riusciremo a trovar luce dentro quest’ombra senza fine?” Il peso della Perdita. Un mare da guadare. Abbiamo affrontato le viscere della bestia. Abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace e i dettami e i significati di ciò che è “giusto” non significano sempre giustizia. Eppure, l’alba è già nostra ancor prima di accorgerci di averla. In un modo o nell’altro ci stiamo riuscendo. In un modo o nell’altro ci è passata sotto gli occhi e abbiamo visto una Nazione che non si è spezzata, ma semplicemente che non è ancora completata. Noi, i successori di un Paese e di un Tempo in cui una ragazzetta magrolina e di colore, discendente di schiavi e cresciuta da una ragazza madre, riesce a sognare di diventare Presidentessa per poi trovarsi a declamare dinnanzi a un Presidente. E, sì, non siamo ancora tirati a lucido, non siamo ancora immacolati, ma ciò non significa non lottare per creare un’Unione perfetta. Stiamo lottando per forgiare la nostra Unione con determinazione. Per ricomporre un Paese che si impegni nei confronti di tutte le culture, colori, caratteri e condizioni umane. E allora alziamo lo sguardo, non verso ciò che si frappone fra gli uni e gli altri, ma verso ciò che abbiamo innanzi. Eliminiamo le divisioni perché sappiamo che se vogliamo anteporre il futuro, dobbiamo prima anteporre il liberarci dalle differenze. Deponiamo le armi per riuscire a usare le braccia libere per arrivare a quelle degli altri. Non facciamo del male impuniti contro nessuno e vogliamo armonia per tutti. Facciamo almeno in modo che sia il mondo a dir che è tutto vero. Che anche nel dolore cresciamo anche se abbiamo ferito, abbiamo sperato. Che anche se sfiniti, ci abbiamo provato. Che per sempre saremo gli uni agli altri legati, ma vittoriosi. Non perchè non conosceremo mai più la sconfitta, ma perchè non semineremo mai più divisione. Le Scritture ci dicono che ciascuno siederà sotto la propria vite e il proprio fico e nessuno li spaventerà. Se dobbiamo essere all’altezza del nostro Tempo, allora la Vittoria non verrà dalla lama, ma da tutti i ponti che abbiamo costruito. Questa è la promessa nella radura, la collina da scalare, se solo osassimo davvero. Perché essere americani va oltre l’orgoglio ereditato. E’ il passato dentro il quale camminiamo e come lo ripariamo. Abbiamo visto una forza che potrebbe mandar in pezzi e non ricomporre quei pezzi della nostra Nazione Distruggerebbe la Democrazia se ne ritardassimo l’insediamento. E quest’azione è stata quasi perpetrata. Ma se la Democrazia può periodicamente subir dei colpi, non si potrà mai sconfiggere per sempre. Noi crediamo in questa Verità in questa Fede, poiché mentre posiamo lo sguardo sul futuro, la Storia posa il suo sguardo su di noi. E’ il momento della redenzione dei giusti. Lo temevamo all’inizio. Impreparati ad essere gli eredi di tale terribile ora. Ma dentro tutto ciò troviamo la forza di essere gli autori di un nuovo capitolo, di regalarci speranza e sorriso. E quindi, se un tempo ci chiedevamo come potessimo mai prevalere sul disastro, ora diciamo convinti: “Come potrebbe mai il disastro prevalere su di noi?” Non torneremo a ciò che era, ma cammineremo verso ciò che sarà: un Paese coi lividi ma intero, benevolo ma coraggioso, fiero e libero. Non ci faremo fuorviare o non ci fermeremo davanti all’intimidazione, perché sappiamo che la nostra mancanza d’azione e inerzia saranno l’eredità alla prossima generazione che sarà il Futuro. I nostri errori saranno i loro fardelli. Tuttavia, una cosa è certa. Se mischiamo pietà con potenza e potenza con diritto, allora l’amore diviene la nostra eredità e cambierà il diritto di nascere ai nostri figli. Quindi, lasciamo dopo di noi un Paese migliore di quello che ci è stato consegnato. E con ogni respiro del mio bronzeo petto, innalzeremo questo mondo ferito in un mondo mirabile. Verremo dalle colline dorate dell’Ovest. Verremo dal Nord Ovest battuto dai venti dove i nostri Padri fecero per primi la Rivoluzione. Verremo dalle città lambite dai laghi degli Stati del Midwest. Verremo dall’assolato Sud. Ricostruiremo, riconcilieremo e ci riprenderemo. E in ogni nicchia della nostra Nazione e ogni angolo che prende il nome dalla nostra Nazione, la nostra gente diversa e magnifica emergerà martoriata e meravigliosa. Quando verrà il giorno usciremo dal buio della fiamma senza timore.La nuova alba si libra se la liberiamo. Perché c’è sempre luce se siamo abbastanza coraggiosi per vederla. Se siamo abbastanza coraggiosi da esser noi la luce.

(traduzione di Paolo Maria Noseda)

Il bello della diretta

Dall’inizio del lockdown, sono già venti le dirette di “UN DEBOLE QUASI PER TUTTO by gwep“, organizzate e trasmesse come sempre in contemporanea sul mio profilo Facebook (Guendalina Perelli) e sul canale YouTube appositamente creato. Oltre ai nove incontri di PANICO AL VILLAGGIO, la serie di appuntamenti con il pedagogista appassionato di cinema Aldo Manfredi in cui parliamo di bambini, di cinema e di cinema per bambini. Non necessariamente in questo ordine.

La Repubblica segnala i prossimi due appuntamenti di mercoledì 20 gennaio con Marcello Bonfanti e di giovedì 21, sempre alle 14, con Luciano Ruggeri.

Marcello Bonfanti, fotografo

Fotografo documentarista e ritrattista pluripremiato di fama internazionale, con all’attivo reportage per le più importanti testate del mondo e servizi corporate per noti marchi, Marcello Bonfanti ha esorcizzato il confinamento da lockdown dando vita ad un progetto che rappresenta un intimo rinascimento. La reclusione forzata che ha sconvolto improvvisamente la sua, come la nostra, vita facendogli annullare tutti i piani, lo ha gettato in una sorta di accettazione meditativa dell’ineluttabile. Questa esperienza lo ha ispirato a produrre immagini che sono una riflessione sull’esistenza. Fotografie la cui geometrica composizione racconta la storia della ricerca di un equilibrio che parte dall’esistente per superarlo. Una ricerca che è frutto di una squisita sensibilità e di una non comune capacità di sondare gli aspetti antropologici e sociologici della nostra società.

Luciano Ruggeri, personal voice trainer

La vostra voce fa intimamente parte di voi. Tutto nasce da un semplice soffio d’aria che attraversa il vostro corpo, prende il colore dei vostri pensieri e delle vostre emozioni e quando ne fuoriesce, rimane intriso della vostra essenza” (Roger Love). Personal Voice Trainer, Luciano Ruggeri è superfluo dirlo, ma t’incanta letteralmente con la voce. Da oltre vent’anni è formatore, senior consultant, coach per aziende nazionali e internazionali. Progetta percorsi per il miglioramento dei comportamenti organizzativi e manageriali e conduce percorsi formativi sulla leadership situazionale dedicati a dirigenti, coordinatori di reti vendita e profili commerciali. Realizza corsi di Public Speaking rivolti a coloro che nella loro attività hanno la necessità di gestire presentazioni, interventi in convegni e meeting ed è esperto di metodi e nel trasferire competenze nell’uso della “voce” che utilizza con lo scopo di far migliorarne l’espressione e l’efficacia persuasiva di chi ha la necessità di comunicare in pubblico. Ma anche nel privato tutti potremmo trarne vantaggio… 

Qui sotto la copertina del suo libro ‘Parlare in pubblico con l’incanto della voce’, edito da Ronca Editore, disponibile ça va sans dire come audiolibro, che nella prossima edizione vedrà la mia collaborazione per il proofreading.

Eh sì, dopo tanti anni a correggere comunicati stampa, sono talmente allenata che mi dedicherò volentieri anche a questo 😉

Le dirette possono essere sempre riviste in ogni momento qui:  https://www.youtube.com/channel/UCBHIW6dkQzjQ7-2Y7foOCew/featured

*** Aldo Manfredi lavora da circa vent’anni come pedagogista nei nidi e nelle scuole dell’infanzia della provincia di Reggio Emilia. Laurea in Filosofia (Università di Parma, 1995), Master di Specializzazione (Il ruolo del Coordinatore Pedagogico). È specializzato nella formazione professionale rivolta a insegnanti di nido e scuole dell’infanzia e nelle pratiche educative riguardanti l’essere genitori oggi. Ha collaborato con la Fondazione Reggio Children all’interno del progetto Fare Scuola ed ha varie pubblicazioni all’attivo (Cineforum, Edizioni Junior). Cura la rubrica sul cinema d’animazione della rivista Bambini (Ed. Spaggiari). Sul suo sito anche un blog con i suoi articoli: https://aldomanfredi.it/


The Great Reset, un articolo di Paolo Gallo

Paolo Gallo, autore del libro The Compass and the Radar e collaboratore di diverse testate internazionali come Harvard Business Review e Forbes, ha scritto un interessante articolo dal titolo The Great Reset? – Tra sfinimento, paura e speranza l’unica soluzione è azzerare il sistema per poter finalmente ripartire. In maniera democratica.

L’ho tradotto in spagnolo, perché molti dei mie contatti ‘castellano hablantes’ potessero leggerlo. Sono d’accordo con lui che “Non possiamo costruire un nuovo contesto con i vecchi attori e dimenticarci che in un mondo con Jeff Bezos abbiamo 2 miliardi di persone che cercano di sopravvivere con meno di 2 dollari al giorno”.

Estoy de acuerdo con Paolo Gallo: “No podemos construir un nuevo contexto con actores antiguos y olvidar que, en un mundo con Jeff Bezos, tenemos 2 mil millones de personas tratando de sobrevivir con menos de $ 2 al día“.

El Gran Reinicio (articulo de Paolo Gallo autor del libro The Compass and the Radar y collaborador de revistas como Harvard Business Review, Forbes)

El Covid-19 ha cambiado el mundo: por lo tanto, debemos observar el mundo desde otra perspectiva. Entendemos el deseo de reiniciar, de un “Gran Reinicio” que puede traducirse como “volver a poner en su lugar” o “reiniciar” el sistema antes de poder reiniciar. El Foro Económico Mundial denominó la próxima reunión de Davos exactamente así, The Great Reset, el gran reinicio.

Dos preguntas se vuelven espontáneas y naturales. Lo primero: ¿qué tenemos que resetear antes de empezar de nuevo? El segundo: ¿quién presionará el botón “Great Reset”, quién operará las palancas de control? ¿Funciona el sistema? Absolutamente sí, y también muy bien, por ejemplo, para Jeff Bezos-Amazon la riqueza aumentó en 76B, Musk-Tesla + 43B, Zuckerberg-Facebook+ 42B, Ballmer-Microsoft + 18B y Ellison-Oracle + 12B pueden estar satisfechos, ¿qué opinas?

Sin embargo, el sistema no funciona tan bien para los 50 millones que han perdido sus trabajos y para los 27 millones de ciudadanos estadounidenses que ya no están cubiertos por ningún tipo de seguro médico desde que comenzó Covid-19: lo que significa estar sin trabajo, sin seguro con una asignación estatal de $ 1200 para sobrevivir?

Según la Oficina de Estadísticas Laborales autorizada (BLS), 82 millones de trabajadores en los Estados Unidos son pagados por hora sin protección social. Estos trabajadores forman parte de la llamada “gig economy” que desde fuera parece sinónimo de dinamismo pero desde dentro significa precariedad, falta de proyectos a largo plazo.

El riesgo que corremos es fácil de entender pero difícil de resolver: que el reinicio sea liderado por personas e instituciones que seguirán sirviendo solo a los intereses de quienes se han beneficiado hasta ahora. Entonces, ¿cuáles son los problemas que debemos enfrentar? Encontré el libro reciente de Robert Reich, The System, quien se desempeñó como ministro de Trabajo con el presidente Bill Clinton, esclarecedor. En su análisis, Reich parte del poder, no de una división ahora obsoleta e irrelevante entre la derecha y la izquierda, sino entre los que están en el poder y los que no están en el poder.

En otras palabras, entre un sistema democrático y uno oligárquico. Los directores generales, jefes de empresas, no salen bien de este análisis. Difícil culparlo sabiendo que, entre 1980 y 2019, las ganancias de CEOs aumentó un 940% en términos reales, mientras que el de trabajadores en un 12%.

Del poder pasamos a la corrupción “no visible”, la corrupción sistémica que la Corte Suprema ha definido como “El efecto corrosivo y distorsionador de la acumulación de riqueza creada gracias al papel de empresas e instituciones que ya no sirven a los intereses de los ciudadanos”. En 1964, el 79% de los estadounidenses creía que el gobierno estaba trabajando por el bien común, mientras que en 2014 el 63% de los ciudadanos pensaba que la democracia estaba, literalmente, a la venta al mejor postor.

¿Sabes cuál es el indicador más relevante para entender cuál será la riqueza y las posibilidades de una persona? La riqueza de la familia y el entorno del que proviene esta persona. En colegios y universidades como Princeton, Yale, Penn hay más estudiantes provenientes del porcentaje más rico de estadounidenses (el famoso 1% en la parte superior de la pirámide) que el 99% restante. El libro ‘La trampa de la meritocracia: cómo el mito fundacional de Estados Unidos alimenta la desigualdad’ de Daniel Markovits ilustra muy bien cómo el sistema educativo es actualmente el mayor obstáculo para crear oportunidades para quienes no forman parte de la élite.

El “Gran Reinicio” solo funciona a través de un sistema democrático en el que todos están representados, donde todos son escuchados y respetados.

Le dirette di UN DEBOLE QUASI PER TUTTO

“Un debole quasi per tutto” è un libro scritto da un novantenne curioso che, come me, amava molto la vita e le sue sfaccettature. Lo comprai innamorandomi del titolo, perché anche io ho un debole quasi per tutto. Aldo Buzzi è stato uno scrittore, sceneggiatore, regista e architetto che, come me, viveva a Milano. Dedico a lui le conversazioni che tengo qui, strettamente legate alla mia passione per la comunicazione.

Con la mia agenzia GWEP public&media relations mi occupo da molti anni di dare visibilità a progetti e produzioni in diversi ambiti. Ora ho anche un canale per parlarne.

Gli episodi sono già dieci oltre alle puntate di PANICO AL VILLAGGIO – realizzate in collaborazione con il pedagogista appassionato di cinema Aldo Manfredi – che sono dirette a… seminare la calma in casa, prima durante il #lockdown e ora durante il week-end.

Tutte le dirette si possono rivedere su Facebook o cliccando qui: https://bit.ly/32CumAa

Seguimi!

Guendalina Perelli

Riapre il Museo della Barca Lariana

Dopo la lunga pausa dovuta al Covid-19, venerdì 10 luglio alle ore 14 riapre il Museo Barca Lariana di Pianello del Lario (Lago di Como).

Diverse le novità per i visitatori, a partire dall’ingresso gratuito per la stagione 2020. Una nuova terrazza a lago restituisce un’impareggiabile vista di rara bellezza sul Lago di Como e nuove passerelle esterne sopraelevate permettono di visitare lo storico piroscafo “Balilla” e la tradizionale gondola “Giulia” da una nuova prospettiva: non più solo dal basso verso l’alto ma anche dall’alto verso il basso.

Altra novità, l’esposizione di due nuove imbarcazioni: entrambi salvati dalla demolizione, l’aliscafo “Freccia dei Gerani”, ultimo esemplare della sua tipologia di aliscafo, costruito nel 1977, che ha effettuato il servizio di linea nel Lago di Como trasportando con i suoi quasi 22 metri di lunghezza, pendolari e turisti fino al 2016, e il piccolo battellino “Il Nibbio”.

Con la riapertura sono state attuate tutte le misure di sicurezza anti-contagio: all’ingresso verrà rilevata la temperatura con termo-scanner e in caso di valore superiore alla norma, verrà richiesto di riprogrammare la visita. Sarà obbligatorio l’uso della mascherina e una apposita segnaletica orizzontale aiuterà i visitatori a rispettare le regole di distanziamento fisico.

Non è necessaria la prenotazione online, che è invece obbligatoria per le visite guidate, per gruppi al massimo di 10 persone, e per la partecipazione alle varie attività in programmazione al Museo.

Il Museo Barca Lariana si pone fra i principali esempi lombardi di “museo diffuso”, ovvero presidio di tutela attiva del territorio su cui si trova, esprimendo appieno il concetto del rapporto tra musei e paesaggi culturali.

Si tratta di un patrimonio unico al mondo, nato da anni di “vita e conoscenza” del territorio del Lago di Como, che hanno portato alla realizzazione di una raccolta di inestimabile valore per il settore nautico e per la storia dell’Italia, ospitata in 9.400 metri quadri di sale e magazzini e su oltre 8.000 metri quadri di parco.

Il Museo possiede una raccolta di imbarcazioni che non ha eguali in Europa:

  • quasi 200 barche a remi e gondole e quasi 50 barche da pesca e caccia
  • più di 100 motoscafi fuoribordo e circa 100 motoscafi entrobordo da turismo
  • circa 40 motoscafi entrobordo da corsa e circa 80 barche a vela
  • 3 barche a remi da contrabbando
  • il più antico battello del Lago di Como, 6 imbarcazioni militari e 4 barconi da lavoro
  • quasi 300 motori fuoribordo e 80 motori entrobordo
  • migliaia di oggetti attinenti la costruzione e l’uso delle barche, oltre a centinaia di registrazioni, diapositive, libri, riviste e più di 3.000 fotografie.

Per maggiori informazioni o per particolari richieste:

telefono:   +39 0344 87235

email: info@museobarcalariana.it

Angela Florio con DecorAzione® raggiunge la quarta dimensione


Dai sistemi modulari per l’interior decoration, il design e la moda alle invenzioni artistiche fino alle mascherine anti Covid-19, un percorso in divenire che trova il suo compimento nell’evoluzione continua.

Veneziana d’origine, Angela Florio ama definirsi una decoratrice contemporanea. Vive e lavora a Milano, dove nel 2000 fonda DecorAzione®, un movimento di arte applicata agli ambienti in cui le donne e gli uomini vivono. Il suo atelier è nel cuore più antico della città, in via Santa Maria Fulcorina 20, dove hanno sede anche due realtà con cui collabora da anni, impegnate come lei nella promozione e valorizzazione del patrimonio culturale del distretto, 5VIE ART+DESIGN e SIAM la Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri di via Santa Marta.

La sua specialità è la progettazione e realizzazione di sistemi modulari per l’interior decoration, il design, la moda e l’arte. I suoi sistemi modulari si basano sull’utilizzo di modelli ornamentali che lei stessa inventa, perché possano essere trasferiti in ogni campo di applicazione artistica.

Ispirata dalle opere di Giorgio De Chirico e Hokusai, Angela Florio imprime alle sue creazioni uno stile contemporaneo nel quale, affascinata da sempre dall’influsso della quarta dimensione, riesce a conferire quella componente che costituisce lo spazio-tempo quadridimensionale unificato in cui occorrono ed esistono tutti gli eventi del nostro universo.

La decorazione applicata alle maschere anti Covid-19

Passato, presente e futuro si fondono nelle creazioni di Angela Florio trovando un nuovo significato. Come nelle mascherine anti Covid-19 che sta mettendo a punto insieme alla stilista Natascia Moscato di Nat Mos Lab, nascono dalla sua profonda esperienza e dalla costante ricerca dei materiali più attuali e moderni, anche e soprattutto ecosostenibili e non sintetici.

Fortemente consapevole della realtà cui viviamo, da anni i suoi progetti sono proiettati a creare valore attraverso la riscoperta delle tecniche artigianali del passato e dei mestieri antichi. Da veneziana ha accolto con entusiasmo l’idea di collaborare con Natascia Moscato di Nat Mos Lab per realizzare maschere che sono mascherine anti Covid-19. Venezia è nota per le maschere ma anche per la tradizione legata ai materiali e ornati spettacolari. “Già nel ‘700 a Venezia” racconta Angela Florio “si dava grande importanza alla luce, come quella degli specchi, che venivano realizzati per rendere l’immagine riflessa più brillante e satinata creando un effetto ‘soft focus’ ovvero tale da ridurre i contrasti dell’immagine mantenendo la definizione”.

Così, anche nello studio delle mascherine, Angela ha potuto recuperare e applicare quei principi che già da tempo appartengono ai suoi principi, come il Made in Italy e l’economia circolare per valorizzare il mercato interno.

Le mascherine, progettate durante il lockdown, saranno infatti autoprodotte dai due Atelier DecorAzione e Nat Mos Lab. Mascherine riciclabili, perché realizzate con tessuti naturali 100% cotone, in modo da poterle lavare e disinfettare. La decorazione è pensata come per una maschera settecentesca e sarà anche possibile personalizzarle con perline dorate per riprodurre proprio quell’effetto pensato per donare bellezza agli occhi degli antichi specchi veneziani.

L’impiego dell’oro è proprio una delle passioni di Angela. Tra le principali tecniche utilizzate c’è infatti la foglia d’oro che, con le lacche orientali e le incisioni, combinate ad un profondo studio del passato e a una lunga tradizione di ricerca e di sperimentazione, conferiscono ai suoi progetti un’irripetibilità degli effetti da rendere ogni opera una creazione unica.

Angela Florio e la decorazione d’interni.

Muri, soffitti, intere abitazioni prendono vita nuova sotto il suo magistrale tocco decorativo. Le palette ornamentali, serie di decori esclusivi, create da Angela Florio hanno trovato nell’interior decoration l’applicazione per eccellenza. Siano queste pittoriche o materiche, la loro realizzazione è sempre modellata e personalizzata in base agli spazi e alle richieste del committente garantendo un’opera finale unica e irripetibile.

Non ci sono limiti alle decorazioni di Angela Florio, che trovano espressione anche nei complementi e ornamenti d’arredo, tutti realizzati interamente all’interno dell’atelier. Pezzi della sua collezione privata e creati su commissione sono stati successivamente prodotti e commercializzati.

Come ad esempio Ramagè, un modello realizzato a penna 3D e prodotto in stampa 3D, il suo utilizzo è a parete o come centrotavola sostituendo le classiche candele. Natura Morta è un arredo ispirato a Giorgio Morandi, dove al posto delle bottiglie la tavola si orna di oggetti che si ispirano a dei giochi di carta. La realizzazione è in paper clay, legno tagliato a Laser Cut con applicazione di carte marmorizzate, o in plexiglas dipinto a mano.

Da questi suoi decori nascono anche le carte da parati in TNT, dall’effetto vellutato, ideali non solo per rivestire pareti ma persino mobili e oggetti. Alcune di queste nascono dalle matrici realizzate a mano, sempre su disegno esclusivo, utilizzate per stampare tessuti (textile design).

Le invenzioni artistiche

Ogni suo progetto si trasforma a contatto con la luce, cambiando con il passare del tempo e acquisendo significati diversi.

Arrás è il primo arazzo contemporaneo che racchiude in sé fili in fibra ottica, utilizzando per la prima volta e in modo del tutto inedito nella decorazione d’interni, un tessuto concepito 30 anni fa e perfezionato tecnicamente negli ultimi anni. Un progetto che parte innanzitutto dalla ricerca storica e artistica sugli arazzi: l’ispirazione nasce da una visita di Angela Florio a Palazzo Vecchio a Firenze, dove la la trama degli arazzi del Bronzino stimolano nell’artista la necessità di realizzare un arazzo contemporaneo attraverso l’utilizzo di un tessuto innovativo. Angela Florio rinnova così l’arazzo tradizionale: lo ricrea, lo reinventa, lo trasforma e lo riporta all’uso quotidiano, facendone un oggetto artistico da inserire nella casa dei nostri giorni creando un opera d’arte che grazie ai materiali futuristi utilizzati, durerà nel tempo. Ciascun arazzo del progetto Arràs rivela la sua unicità nel momento in cui è installato in un determinato spazio. E’ con lo spazio e con la luce di quell’ambiente che l’arazzo prende vita e mostra i suoi colori e la complessità della sua formazione. Gli arazzi sono creati a mano con procedure artigianali e personalizzati con il decoro scelto dal committente. Materiale: tessuto sintetico con fibra ottica composta a telaio con 4 led per due lati lunghi con la funzione di illuminare la fibra ottica presente nel tessuto. I colori del tessuto e dei led variano per ciascun’ opera.

Il Quadrolibro è una invenzione di Angela Florio che nasce dalla necessità di trasportare l’arte ovunque. Ogni Quadrolibro, realizzabile anche su commissione, è richiudibile in poco spazio, si apre come un tappetto e si appende come un quadro. E’ composto da singoli moduli di carta uniti tra loro con stoffa ed è riposto in un’elegante scatola. La sua dimensione da chiuso è quella di un foglio A4. La collezione riproduce alcuni particolari delle maggiori città italiane attraverso la tecnica della doratura con l’utilizzo di foglie d’oro e d’argento virate in mecca, segno dell’imprescindibile stile dell’artista. I lampi di luce e colore che emergono conferiscono all’opera una propria originalità e piena contemporaneità.

I Ritratti Contemporanei si caratterizzano per l’originalità interpretativa e la tecnica esecutiva utilizzata. L’immagine dell’individuo ritratto, tutta o in parte, è rappresentata per mezzo di linee ombre e colori. Il soggetto è visto dall’alto con tecnica prospettica “geografica”: le sue esperienze e la sua vita vengono racchiuse dentro forme sinuose. I fatti vissuti, incisi nell’anima, portano alla configurazione del proprio “io” con risultati variabilissimi, dipendenti dalla maggiore o minore percettibilità che l’artista è in grado di cogliere e d’ interpretare. La “regione interiore” viene riprodotta inizialmente con una configurazione orizzontale composta da linee che indicano i contorni della persona e poi attraverso una configurazione verticale rivolta al completo ottenimento delle forme. L’anima di colui che è ritratto, in base alle informazioni ottenute e il rapporto interiore che si crea tra il committente e l’artista viene così integrata da un metodo creativo di ricostruzione che va al di là delle forme estetiche. Il ritratto che emerge è “fisionomia e caratteristica psicologica” insieme. Il processo utilizzato è quello della doratura attraverso l’utilizzo di foglie di metallo, oro e argento, virate in “mecca” per un sapiente gioco di chiari e scuri a formare un nuovo e moderno stile ritrattista.

Angela Florio e la moda

Griffe conosciute hanno affidato ad Angela Florio l’ideazione artistica di intere collezioni: dal disegno iniziale alla realizzazione finale dei capi, personalizzando stili e accessori di moda.

Oggi realizza stole, scialli e sciarpe dove la base di partenza è sempre la creazione di una palette adattata ai diversi tessuti, ai loro tagli e ai colori che conferisce una unicità preziosa al risultato finale.

Nel lungo percorso professionale e artistico di Angela Florio si annovera anche una parentesi aziendale come Art Director la cui esperienza le permette di poter gestire in piena autonomia per sé e per conto terzi tutte le fasi del processo creativo: dall’ideazione della proposta creativa alla messa in produzione scegliendo e coordinando i relativi fornitori, garantendo e rispettando modalità e tempi di consegna.

Un percorso in divenire che trova il suo compimento nell’evoluzione continua.

Angela Florio e l’insegnamento. Come nasce l’Atelier del Di Più

Atelier del Di Più di DecorAzione, nasce dall’esperienza di insegnamento maturata negli anni da Angela Florio. Risalgono al 1997 i suoi primi corsi formativi di “Decorazione classica e contemporanea” presso l’Accademia del Restauro. Successivamente propone corsi sul “Colore contemporaneo e le sue regole” e progetti di trasformazione dell’ambiente patrocinati dalla Regione Lombardia.

La passione all’insegnamento porta Angela Florio a realizzare nell’Atelier del Di Più un laboratorio artistico dove come lei ama dire “si impara facendo”.

L’intento di Angela è infatti quello di proporre corsi monografici dedicati ad un massimo di cinque partecipanti, dove si predilige la nascita della relazione, l’ascolto, lo scambio delle esperienze. L’immersione nell’atmosfera da antica bottega artigiana come luogo dell’apprendere e del produrre, non pone limiti di età né di conoscenza, richiede solo l’essere animati dalla passione del fare.

I corsi proposti ad oggi, dove l’aspetto pratico è garantito dalla realizzazione e dalla consegna dell’oggetto finito, sono: Foglia Oro Contemporanea 1, Foglia Oro Contemporanea 2, Foglia Oro Contemporanea 3, Carte Marmorizzate, Stampa a Mano su Tessuto, Shibori Ecoprinting, Progettare il colore, Imitazioni Materiali, Trompe lʼoeil, Carta da parati dipinta, Il Metodo Creativo.

Occasionalmente Angela Florio ama organizzare i suoi corsi in esterno, in affascinanti location italiane che diventano lo sfondo imprescindibile per l’esercizio dell’arte.

Inoltre, tiene corsi alla SIAM La Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri di via Santa Marta a Milano.

Collabora anche con la Fondazione Cologni, un’istituzione privata non profit, nata a Milano nel 1995 al fine di promuovere un «nuovo Rinascimento» dei mestieri d’arte. Per la rubrica Segreti del Mestiere, ha recentemente realizzato un tutorial sulla decorazione dei tessuti con l’antica arte giapponese dello Shibori pubblicato su Facebook:

Siamo giunti al nostro quinto appuntamento con i tutorial della rubrica #SegretidelMestiere, un appuntamento per…

Gepostet von Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte am Mittwoch, 27. Mai 2020