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Una nuova storia ha inizio… DAFT about DRAFT by Taiju Yamashita

Dove vivono o sognano di vivere le nuove generazioni di giapponesi? Qual è lo stile delle case di giovani imprenditrici e imprenditori del digitale, creativi, architette/i, fashion stylist e designer, registe/i, influencer o di chi lavora nel mondo della pubblicità?

Taiju Yamashita, designer e architetto, nato nel 1981 a Tokyo – fondatore nel 2008 dello studio di design DRAFT attraverso il quale, insieme ad un team di oltre centottanta persone, si dedica ad un’ampia gamma di progetti che spaziano dall’interior design all’architettura, dall’industrial design al branding – è un esperto conoscitore di come gli individui si muovono negli spazi. Nell’idea di progetto di Yamashita, basato da sempre sulla filosofia “ALL HAPPY BY DESIGN” si ripropone di contribuire al miglioramento della società e dell’esperienza umana. In ogni suo lavoro è presente il significato del ruolo che uno spazio può svolgere. Alla ricerca del luogo perfetto dove passare il tempo nel massimo comfort, ha creato DAFT about DRAFT, un nuovo marchio di arredi originali e raffinati da lui disegnati. Ed ha scelto il Salone Internazionale del Mobile di Milano, che si svolge dal 18 al 23 aprile 2023, per presentarlo per la prima volta sul palcoscenico del design internazionale.

Con DAFT about DRAFT – la cui traduzione è “pazze/i per il disegno” – il designer offre a la possibilità di sentirsi a proprio agio circondati di arredi ricercati che dettano le tendenze più attuali. Lo stile della collezione, frutto di una ibridazione di stili, apre un canale tra Oriente e Occidente e risponde alle esigenze delle nuove generazioni di vivere gli ambienti con un approccio cosmopolita, sentendosi “a casa” – sia nella propria residenza, sia in hotel – ovunque nel mondo. Da Tokyo a Miami, da Dubai a New York, i giovani oggi prediligono uno stile decorativo fusion, in linea con le ultime tendenze della moda, dell’arte, della musica, della cucina, che va oltre il minimalismo della tradizione giapponese. Ma attratti dalla fascinazione del Sol Levante è di forte appeal anche per i coetanei di ogni altra parte del mondo. Perché la creatività che prende vita dai disegni di Taiju Yamashita è paragonabile alla libertà di espressione e all’allegria che è propria del mondo della moda.

Le idee di Taiju Yamashita nascono sempre dalle storie che scorrono nella vita delle persone. I mobili DAFT about DRAFT sono progettati tenendo conto di queste storie. Si percepisce la creatività, il calore, l’allegria e il senso di libertà che si sprigiona da un singolo prodotto. Quando uno solo dei mobili DAFT about DRAFT è presente in un luogo, inizia il racconto di una bella storia. Questo è quanto Yamashita pensa debba essere il ruolo dell’arredamento.

Dagli individui, che interagiscono con i mobili, agli interni in cui si muovono, all’architettura che a sua volta è costruita intorno agli interni, fino alle città, che si formano dall’interazione tra chi le vive, anche se la scala può essere diversa, tutto è una fusione di persone. “Di solito supervisiono la progettazione architettonica, concetti di sviluppo urbano su larga scala, l’interior design di uffici, hotel, etc… ora mi occupo anche di product design. Ho viaggiato in più di cinquanta città in tutto il mondo e ho visto molte cose, ma ho imparato che le idee nascono sempre dalle storie delle persone” conclude il designer.

“Voglio che i nostri prodotti, che sono a stretto contatto con le persone, siano come i loro abiti… come la moda, libera, confortevole e al tempo stesso elaborata, in modo da poter rimanere al fianco delle persone durante il lungo viaggio della vita”.

DAFT about DRAFT è un marchio che ha origine dalle riflessioni e dagli schizzi che Yamashita ha annotato a poco a poco nel corso dei vari progetti: “Sfidando a volte le tradizioni, ho voluto progettare la prima collezione di DAFT about DRAFT dando un senso di libertà e di divertimento senza il vincolo degli stereotipi, per esprimere una incontenibile gioia attraverso i nostri prodotti”. Ha pensato a come proporre uno stile di vita più personalizzato e più libero, proprio come per la scelta degli abiti, in contrasto con l’omologazione dominante nella nostra società.

DAFT about DRAFT è un marchio nato a Tokyo come una sfida agli spazi angusti e monotoni delle città per arricchire lo stile di vita urbano contemporaneo. Proprio come un fiore delicato che sboccia ribelle dal cemento della strada, DAFT about DRAFT propone un design che aiuta a esprimere l’unicità di ciascun individuo.

Come un divano minimalista collocato all’interno di un museo. Ciò che rende questa scena così bella è la presenza del divano stesso e l’atmosfera dell’intero spazio. La perfetta quantità di luce e l’aria invisibile e silenziosa fluttuano con le varie storie provocate da un mobile collocato in quel luogo. È da quel singolo mobile che si dipanano le diverse storie. I visitatori percepiscono la bellezza della scena grazie all’armonia di tutti gli elementi presenti, l’atmosfera generale e l’impalpabile tranquillità. I prodotti DAFT about DRAFT sono progettati immaginando questa scena. Così DAFT about DRAFT nasce per illuminare gli ambienti e dare luce alla nostra vita, per restare al nostro fianco per sempre, per essere più liberi di esprimere meglio chi siamo rendendo ogni singola vita bella come un quadro, drammatica ed emozionante come un film.

Un gioco di luci ed ombre

Il poetico concept dello stand realizzato per il Salone del Mobile di Milano è stato pensato per catturare l’immaginazione e l’interesse: la proiezione delle silhouette dei mobili della collezione sull’antica carta washi giapponese che avvolge lo stand, richiamando alla memoria un paravento tradizionale giapponese, lascia intuire qualcosa, ma senza mostrare l’immagine completa. Attrae l’attenzione suscitando un’emozione in chi passando all’esterno, prima ancora di accorgersene, già è stato catturato dalla visione del mondo di DAFT about DRAFT. Dal di fuori, infatti, la quantità di informazioni è ridotta al minimo, ma l’allure del marchio viene percepita a colpo d’occhio.

Taiju Yamashita, architetto e designer

Creare un interno non significa semplicemente mettere in fila prodotti di grandi marche. La chiave è l’armonia. Come un’orchestra straordinaria o una cucina stellata sono interamente basate sull’armonia, progettare un interno consiste nell’immaginare un mondo che diventerà il nostro sfondo, aggiungendo o togliendo elementi e considerando con cura fattori come la luce, le forme e i materiali” spiega l’architetto e designer Taiju Yamashita. I suoi progetti sono caratterizzati da un’espressività libera ed equilibrata, basata su una miriade di armonie. Da questi prodotti scaturiscono storie che ispirano e che contribuiscono a creare interni che aiutano le persone a sentirsi in armonia con l’ambiente circostante e risplendere ancor più di prima. “La nostra sfida è partita da un pensiero derivato da un progetto particolare: desideravamo che molte persone potessero percepire il significato dei nostri interni, della nostra architettura e dei nostri prodotti, che sono tutti interamente orientati alle persone” continua Yamashita. “Una bella storia inizia da un solo prodotto posizionato in uno spazio. Un singolo prodotto in grado di irradiare creatività, grazie al quale le persone possono sentire calore e piacere e provare un senso di libertà. Questo è il ruolo che i mobili DAFT about DRAFT intendono svolgere”.

PERGO E GRUPPOBEA A Casa Ovunque ‘23

Già presente all’edizione di The Playful Living di settembre 2021, il marchio di Unilin Italia Pergo partecipa, in collaborazione con il GRUPPOBEA, dal 17 al 23 aprile in occasione del Fuorisalone 2023 in zona Tortona a Milano, all’evento “A Casa Ovunque ‘23– MetaVero. MetaVerso”. Organizzato da Sfera MediaGroup – la divisione infanzia di RCS MediaGroup – e The Playful Living – la piattaforma di creatività e co-ProgettAzioni di design che mette al centro le persone, tra fisico e digitale, guardando ai nuovi spazi ibridi e connessi, all’insegna dell’accoglienza e del dialogo.

In qualità di partner Pergo poserà insieme al GRUPPOBEA – multicentro per la casa e suo rivenditore specializzato sull’area di Milano – i pavimenti di alcuni ambienti di via Savona 35, che saranno animati da numerose attività, talk e workshop realizzati con la testata Style Piccoli, e The Playful Living per dar vita a un racconto visivo ed esperienziale che si sviluppa attraverso sei ambienti ibridi dedicati pensati per persone reali. Gli spazi interessati dai prodotti Pergo sono la Family Home e il Food & Drink Concept Store:

  • Per l’appartamento contemporaneo per una famiglia con tre figli, è stato scelto il nuovo Pergo Rigid Vinyl della collezione Vorma nelle varianti Rovere Norvegese Beige (40215) e Rovere Norvegese Chiaro (40285), posato a spina di pesce su quasi tutta la superficie, effetto legno in due tonalità diverse, uno in cucina e l’altro in una delle camere da letto. Pergo Rigid Vinyl la vera innovazione Pergo del 2023 e viene presentata in anteprima alla Milano Design Week: si tratta di un listoncino, dalla dimensione moderna di 630 x 126 mm, con l’innovativo incastro Unizip che permette di ridurre gli sprechi di materiale e velocizzare le operazioni di posa. Un’evoluzione che punta non solo all’estetica, ma anche alle performance tecniche. Il Vinile Rigido con materassino integrato permette di avere un prodotto altamente tecnologico che in soli 5+1 mm di spessore diventa la soluzione perfetta in caso di ristrutturazione. Tra i plus: un incastro che garantisce una tenuta stagna totale del pavimento, rendendo impossibile qualsiasi passaggio di liquidi tra le tavole e una stabilità dimensionale senza precedenti che evita il rischio di surriscaldamenti localizzati in caso di elevate temperature.
  • Per il Food & Drink Concept Store, dedicato alle esperienze del gusto, Pergo poserà invece il nuovo laminato Odense con la doga extra wide&long, perfetto nei contesti in cui si richiede un pavimento ad alte prestazioni, sia nei luoghi pubblici ad elevato traffico sia in casa. La nuova collezione Odense, anch’essa presentata per la prima volta, è pronta per diventare la punta di diamante della gamma dei laminati Pergo. La bisellatura pressata in perfetto stile Pergo SenSation e l’extra protezione AquaSafe e TitanX la rendono la scelta perfetta per qualsiasi ambiente. Tra i tredici nuovi decorativi che celebrano la bellezza e il calore della natura, per l’allestimento è stato scelto il rovere naturale alternato con il decorativo Folk, novità assoluta della collezione, che, con un chiaro richiamo alla tradizionale tecnica di stampa a blocchi tipica dei Paesi nordici, sarà apprezzato soprattutto dagli amanti dell’estetica scandinava.

A Casa Ovunque, Unilin presenta le ultime novità delle collezioni Pergo Laminate Orense e Pergo Rigid Vinyl 2.0 che, sebbene con caratteristiche tecniche diverse, dimostrano una matericità della superficie senza precedenti e una finitura extra opaca garantendo alle collezioni un aspetto iper reale mai visto prima.

Gli aspetti di socialità, giocosità, benessere e sostenibilità caratteristici del progetto A Casa Ovunque daranno a Pergo – marchio che ha inventato il laminato quarant’anni fa – anche l’opportunità di esprimere al meglio tutte le sue doti. In primis, durevolezza e impermeabilità, con prove dal vivo di resistenza all’usura e all’acqua, che metteranno in evidenza le qualità delle tecnologie brevettate per l’extra protezione dei pavimenti AquaSafe® e TitanX®.

La sostenibilità ambientale di Pergo

La politica ambientale dell’azienda influisce sulla scelta di materie prime, processi produttivi, trasporto e imballaggio. Forse sarà una sorpresa per qualcuno, ma il laminato è un prodotto estremamente sostenibile. Il pannello in HDF di qualità è costituito per l’80% da legno recuperato o riciclato dall’industria; non vengono usati colle e solventi dannosi. Pergo impiega soltanto legname rinnovabile come pino o abete rosso, mai legni esotici oppure legno proveniente da foreste pluviali a rischio di estinzione. Sostenibile in ogni fase del ciclo di vita: dato che si posa senza colla, si smonta facilmente ed è potenzialmente riciclabile o termovalorizzabile producendo energia. Tramite la casa madre UNILIN, il pavimento Pergo è stato il primo a ricevere la certificazione europea Nordic Swan Ecolabel, il Cigno Verde scandinavo ufficiale, per i pavimenti in laminato, congiuntamente ad altri certificati e requisiti di qualità. I prodotti Pergo sono certificati PEFC (Programma per il riconoscimento di schemi di Certificazione Forestale) e indicano che il legno utilizzato proviene da foreste gestite in modo sostenibile. Inoltre, l’azienda è sempre alla ricerca di nuove soluzioni che siano economiche e al contempo sostenibili.

A Casa Ovunque ’23 vede la collaborazione di Abitare Co, società di real estate, Fuorisalone.it, piattaforma digitale dedicata al design italiano, Tortona Rocks, concept espositivo e di comunicazione dedicato al design. Il programma sarà disponibile online nella pagina dedicata:

www.theplayfulliving.com/acasaovunque23 e attraverso gli account social di Style Piccoli e The Playful Living (IG @Style_Piccoli, @theplayful.living; Facebook @theplayfulliving; Linkedin).

UNILIN. UNILIN è un gruppo industriale belga attivo dal 1960 che deve il nome alla coltivazione e lavorazione del lino, che nel corso del tempo verrà usato non più come materia tessile ma come base per i pannelli, successivamente realizzati in MDF e HDF. Negli anni ’90, con l’introduzione del marchio Quick-Step e il brevetto dell’incastro a secco Uniclic, UNILIN Division Flooring si afferma come leader tecnologico del settore dei pavimenti in laminato, progressivamente integrati dai parquet e dagli LVT, in un portfolio sempre più completo. Nel 2013 acquista Pergo, un altro prestigioso marchio industriale. Dal 2005, UNILIN fa parte di Mohawk, principale gruppo mondiale delle pavimentazioni, che al suo interno annovera realtà come l’italiana Marazzi, quotato in borsa al NYSE di New York, che dagli USA si è esteso in tutto il globo con stabilimenti produttivi in quattro continenti e oltre 38mila collaboratori, in continua crescita.

Sede UNILIN Italia via Linussio 52, Udine / Showroom Viale Bligny 54, Milano.

www.unilinitalia.it

GRUPPOBEA. Il GRUPPOBEA, fondato nel 1973, è un multicentro punto di riferimento della “moda per la casa” grazie alla selezione del meglio della produzione italiana e internazionale, fornita in fase di riprogettazione e riqualificazione delle abitazioni. La posizione di leader a livello nazionale è il risultato di una graduale evoluzione il cui punto di forza è la consulenza e la capacità di aggiungere valore ai prodotti. Si distingue sul mercato della distribuzione, dove da 50 anni ha affinato i servizi dedicati ad una clientela sempre più esigente, sia sul piano del mix merceologico che delle relazioni interpersonali, offrendo un servizio integrato nei confronti della clientela professionale e privata grazie ad uno staff composto da oltre 70 professionisti specializzati. Negli ultimi anni oltre allo store di Milano Sud – 10 mila mq, di cui 3500 dedicati allo showroom – Gruppobea ha perseguito una strategia di espansione che ha portato all’apertura di un secondo store Milano Nord di 14 mila Mq di cui 3500 per lo showroom, posizionato a 200 metri dal nuovo polo fieristico di Rho-Pero. Gli showroom sono facilmente raggiungibili da ogni punto della città. Il pubblico – 240.000 presenze – che numeroso visita i centri ogni anno ha la possibilità, autonomamente o con il proprio progettista, installatore o impresa edile, di scegliere, toccare e abbinare direttamente i prodotti in esposizione nei 65 stand in piena libertà e senza l’obbligo d’acquisto. Il continuo aggiornamento delle collezioni presenti negli showroom di Milano e Pero e il mix merceologico – ceramiche per pavimenti e rivestimenti, parquet, idrotermosanitari, arredo bagno, cucine personalizzate, arredamenti e living, porte e serramenti – si fondono in ambientazioni che danno vita a nuove ricercate armonie, in un continuo e divertente susseguirsi di materiali, toni e colori.

www.gruppobea.design

REALTÀ E IMMAGINE AL PANGEA PHOTO FESTIVAL

Sull’Appennino Reggiano la seconda edizione dell’iniziativa culturale dedicata a tematiche contemporanee cruciali per il futuro della società e del pianeta nel contesto de L’Uomo Che Cammina.

La seconda edizione del Pangea Photo Festival, iniziativa culturale dedicata a tematiche contemporanee cruciali per il futuro della società e del pianeta, si tiene da 18 giugno al 18 settembre 2022, nel contesto della quinta edizione de L’Uomo Che Cammina, evento dedicato al rapporto tra l’uomo, l’ambiente naturale e la dimensione del sacro, nato a Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia.

Ideato e organizzato da un gruppo informale di ragazze e ragazzi nati, cresciuti e residenti dell’Appennino Reggiano, insieme al Comune di Castelnovo ne’ Monti e con il sostegno della locale Azienda Speciale Consortile Teatro Appennino, il festival di fotografia è nato l’obiettivo di portare attenzione nel proprio territorio, attraverso la fotografia d’autore e di reportage, su temi legati all’attualità globale: cambiamento climatico, conflitti, migrazione, relazione uomo/natura e uomo/potere, temi che troppo spesso passano inosservati nelle nostre vite, ma che hanno un forte impatto sul nostro presente e sul nostro futuro.

La seconda edizione del festival ospita cinque reportage di autori nazionali e internazionali che declinano i temi dell’Agenda 2030 in diverse sedi outdoor, in alcuni dei luoghi più suggestivi dell’Appennino Reggiano. Le mostre sono completamente gratuite aperte e fruibili 24/7 e sono allestite in contesti significativi a livello paesaggistico o sociale nel Comune di Castelnovo ne’ Monti e quest’anno anche in quello di Casina.

Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a portare avanti il nostro progetto – dicono gli ideatori – un’iniziativa di carattere culturale con la finalità sociale di divulgazione di contenuti e storie attraverso le arti visive e di portare in un territorio considerato lontano – l’Appennino – tematiche centrali, con l’obiettivo di stimolare un dibattito, sia pubblico che personale”.

Il tema alla base del NonFestival L’Uomo Che Cammina è il rapporto tra l’uomo, l’ambiente naturale e la dimensione del sacro e per questa quinta edizione, in particolare, ci concentreremo sugli aspetti della wilderness, la smisurata grandezza della natura che soverchia la piccolezza dell’uomo. Una grandezza che però oggi viene messa a rischio dai comportamenti umani, che incidono profondamente non solo sull’ambiente, ma anche sul rapporto tra le società, le élite benestanti e le masse spesso sfruttate” sottolinea Emanuele Ferrari, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Castelnovo ne’ Monti, che ha creduto fin da subito nell’iniziativa proposta dagli organizzatori, che conclude: “Pertanto ringrazio i giovani organizzatori del Pangea Photo Festival per la loro sensibilità e il loro impegno”.

Le fotografe e i fotografi coinvolti affrontano grandi tematiche dell’attualità globale che accendono domande su come questi temi impattino sulle comunità locali e sulla vita di ciascuno di noi.

Le mostre fotografiche open air, che interagiscono con la natura circostante, sono:

  • a Ginepreto “Drowning in plastic” di James Whitlow Delano, documentarista americano con base a Tokyo, curata da Marta Cannoni e Livia Corbò dell’agenzia Photo Op;
  • alla Pineta di Monte Bagnolo “Burning dreams” di Carolina Rapezzi, fotografa italiana con base a Londra che si occupa di questioni sociali, umanitarie ed ambientali tra Europa e Africa occidentale;
  • alla Pineta di Casina, esposta per la prima volta in Italia, “Outside the binary” di Linda Bournane Engelberth, fotografa documentarista focalizzata sull’identità umana, sulle identità di genere e sulle comunità rurali;
  • ai Giardini di via Monzani a Castelnovo il reportage, vincitore del premio World Press Photo 2018 (3° classificato nella sezione General News), “Lives in limbo” di Francesco Pistilli, fotoreporter e videomaker Abruzzese che si occupa di reportage e ritratto editoriale dai contenuti politici, sociali e ambientali;
  • lungo la salita alla Pietra di Bismantova, vicino a Castelnovo ne’ Monti, sui muri che dal piazzale Dante conducono all’Eremo di Bismantova, la mostra inedita in Italia “God’s Honey” di Nadia Shira Cohen, freelance già stinger per Associated Press, poi per Sipa Press e VII Photo Agency.

Finanziato dal Comune di Castelnovo ne’ Monti, all’interno della rassegna L’Uomo Che Cammina, e dagli sponsor privati Energee3 e Thedotcompany e con il sostegno di Coop Alleanza 3.0, il festival prevede un interessante programma che sarà reso disponibile nei prossimi giorni e sarà consultabile sul sito www.pangeaphotofestival.it, sul sito del Comune di Castelnovo ne’ Monti e sui profili Facebook e Instagram:

https://www.facebook.com/pangeaphotofestival
https://www.instagram.com/pangeaphotofestival/

‘L’ARTE DOMESTICA’

Al Madrid Design Festival 2022, Davinia, showroom specializzata in mobili da cucina, armadi e guardaroba di alta qualità, presenta Georgina’s Wallartpaper, la prima collezione di carta da parati artistica creata a Maiorca con la collaborazione di artisti e designer spagnoli. La prima collezione è composta da disegni di Pep Guerrero, Bàrbara Juan, Núria Marquès, Xavi Muñoz, Albert Pinya, Tatiana Sarasa, Toni Sorell e Georgina Sas stessa, creatrice del progetto.

Ho conosciuto Georgina Sas a Palma di Maiorca a novembre 2021. Il mio amico artista Xavi Muñoz ha voluto che lo accompagnassi alla presentazione del progetto nel quale Georgina – curatrice d’arte e design, scrittrice e giornalista – lo aveva coinvolto, la creazione della prima collezione di carte da parati creata a Maiorca coinvolgendo artisti locali, tra questi Albert Pinya, Núria Marquès, Pep Guerrero, Bàrbara Juan, Tatiana Sarasa o Toni Sorell e lo stesso Xavi, che però è di Barcellona ma è protagonista da diversi anni di residenze d’artista e mostre personali e collettive sull’isola.

La collezione Georgina’s Wallartpaper si caratterizza per la sua qualità, il suo valore artistico e, soprattutto, per un linguaggio visivo proprio che la definisce. Questa prima collezione è composta da nove disegni, alcuni con variazioni di colore: il rave post-Covid di Pinya, le labbra glitterate di Muñoz, le eleganti it-girl di Juan, i gatti senza coda di Sarasa, i paesaggi italianizzati di Guerrero, i peperoni siderali di Marquès o i disegni delle insegne di Palma di Maiorca di Sorell.

Georgina’s Wallartpaper – Shiny Mouths by Xavi Muñoz

Quando l’ho vista, ho pensato che sarebbe stato davvero un peccato rimanesse dentro i confini dell’isola, meritava molto di più! Così ho trovato il modo perché potesse essere presentata nella quinta edizione del Madrid Design Festival.

Così mi sono ritrovata curatrice dell’allestimento della mostra dal titolo ‘L’Arte Domestica‘ da Davinia, showroom specializzata in mobili da cucina, armadi e spogliatoi di alta qualità. Le carte da parati di Georgina Sas sono esposte fino al 31 marzo 2022 nel nuovo spazio sul Paseo de la Castellana 100 a Madrid, dedicato esclusivamente agli armadi, e nello showroom di mobili da cucina al numero 98 della stessa strada.

I disegni unici e divertenti, di ispirazione artistica, della collezione Georgina’s Wallartpaper si inseriscono, sotto forma di interventi, nelle cucine e negli armadi di Davinia – con showroom anche a Mallorca e Malaga – per trasformare la casa in un vero e proprio universo originale ed autentico. Con la premessa dell’importanza del colore nella percezione degli spazi, i due showroom Davinia – per l’occasione, con nuove installazioni di lampade di Marre Moerel e Estiluz – propongono così una nuova concezione degli ambienti che stimolano sensazioni in chi li abita. Oltre all’estetica e alla funzionalità delle cucine e dei guardaroba, la collezione di Georgina’s Wallartpaper offre creatività, originalità e arte che intensifica la personalità delle diverse aree della casa. Una vera esplosione di colore che, non solo dà la possibilità di personalizzare la cucina o il guardaroba con l’arte, ma aggiunge esclusività con decori sorprendenti. In più, le carte da parati sono facili da applicare e rimuovere, sono adatte a qualsiasi superficie e permettono di cambiare l’aspetto degli ambienti senza bisogno di lavori di costruzione o ristrutturazione.

La collezione Georgina’s Wallartpaper crea il proprio universo con uno stile molto riconoscibile, tra la fantasia e il rigore della pratica creativa, la ‘follia pratica’, per decorare gli spazi e renderli unici. I suoi disegni, in cui surrealismo e Magritte o arte rococò e Arts&Crafts si combinano con coraggio, sono stati pensati per riempire intere pareti di case, negozi, hotel o ristoranti con il colore e la creatività dell’arte: “Un giorno ho fatto un sogno, ho immaginato la mia casa e l’ho vista piena di carte da parati. Erano carte da parati disegnate dai miei amici artisti, piene di colore” dice Georgina Sas. “Il colore è sinonimo di felicità e, senza dubbio, un modo di vivere. L’arte e il design d’interni sono due modi di creare emozioni. Con Georgina’s Wallartpaper propongo la democratizzazione dell’arte in piena simbiosi con gli spazi in cui viviamo, per trasmettere emozioni piacevoli attraverso il colore e permettere a tutti di goderne liberamente, come faccio io nella mia casa“.

DAVINIA – Paseo de la Castellana, 98 e 100 (M Nuevos Ministerios)

+34 91 562 21 03 – info@davinia.eswww.davinia.es

GEORGINA’S WALLARTPAPER: IG @georginas.art.store

https://georginas.store/en/


GO RETRÓ

 

I trend watcher lo avevano previsto da tempo che il retró sarebbe stata la più grande tendenza del design nel 2022. Allora perché non iniziare un make-over degli interni? Sarà sufficiente aggiungere dei mobili dalle forme arrotondate, colori retró e un mix eclettico di pezzi vintage o volete fare un passo avanti e optare per un lifting completo? Se optate per la seconda possibilità, scegliete un pavimento della collezione Alpha Vinyl di Quick-Step. Un’ampia gamma di proposte si prestano perfettamente per le ristrutturazioni, poiché la loro struttura vinilica rigida consente la posa direttamente sul pavimento esistente. Ciò significa che si può trasformare una vecchia stanza in un interno retrò alla moda in pochissimo tempo.

ECLETICT MIX

La tendenza retró invita a scavare nel passato e a riunire elementi di stile di decenni diversi nello stesso interno. Le forme rotonde degli anni ‘50 insieme ai motivi geometrici degli Swinging Sixties e alle stampe psichedeliche degli anni ‘70.

I colori retró come il verde avocado, il giallo senape, l’arancio brillante e il marrone scuro ci catapultano indietro nel tempo, quando tutto sembrava più semplice. Aggiungete poi le linee fluide e le curve morbide del design vintage sotto forma di poof oversize, lettini ovali sospesi o letti da salotto. Poi combinate con specchi o lampade Art déco, carta da parati con motivi caleidoscopici a contrasto o sedute in velluto e rattan vecchio stile. Si tratta semplicemente di essere coraggiosi. Più audaci saranno le vostre scelte, più forte sarà il mix eclettico. Seguite i sentimenti e lasciate parlare la vostra personalità. Tutto è possibile e tutto è permesso!

IL PAVIMENTO COME FILO CONDUTTORE

Se si vuole optare per un rifacimento completo degli interni, Quick-Step suggerisce di pensare al pavimento come a un filo conduttore per collegare tutti gli elementi eclettici. Con Alpha Vinyl, Quick-Step ha sviluppato un pavimento davvero camaleontico che si adatta a qualsiasi stile. Si ha a disposizione un’ampia scelta di decori diversi in legno chiaro e scuro, intramontabile in qualsiasi interno. Oppure un elegante effetto pietra come il marmo bianco di Carrara e magari anche un divertente pavimento rosa corallo. Questo è un modo per dare un tocco moderno ad un interno vintage.

Installare un pavimento Alpha Vinyl è l’ideale per una ristrutturazione semplice e veloce: basta un click e via! Inoltre, Alpha Vinyl può essere installato su quasi tutte le superfici. Grazie al suo nucleo forte e rigido, non c’è bisogno di perdere tempo per rimuovere le piastrelle o livellare le piccole irregolarità. Grazie all’innovativa tecnologia di Quick-Step, rumore, polvere e lavori invasivi sono solo un ricordo!

Qualche vantaggio extra di Quick-Step Alpha Vinyl:

  • resistente agli impatti, all’usura e alle macchie grazie al suo nucleo duro (25 anni di garanzia)
  • 100% resistente all’acqua (ideale anche per bagni e cucine)
  • di facile manutenzione (e con un’ampia gamma di accessori)

L&B Gallery presenta HOT (Here Our Team)… that is hot!

Dopo la lunga pausa pandemica e in coincidenza con la prima edizione di AR-DE, un evento di arte e design prodotto dal Poble Nou Urban District di Barcellona, il 10, l’11 e il 12 dicembre, L&B Gallery è lieta di riaprire le sue porte per presentare HOT, acronimo di Here Our Team.

Vanessa Pey

La mostra HOT (Here Our Team), che ho personalmente curato, aperta fino all’11 febbraio 2022, è un progetto post Covid-19 che ruota intorno alla ripresa dell’interazione con l’ambiente che ci circonda e i cinque sensi, per aprirsi alla seduzione, ma anche a tutti quei temi caldi che la società sta sollevando in questo periodo e mettendo in discussione in tutto il mondo: il riscaldamento globale, le rivendicazioni intorno alla violenza di genere o le minoranze…

Pratiche di Contatto Amoroso a Distanza by Katia Giuliani

La mostra propone opere su diversi supporti e in diversi formati (pittura, scultura, ceramica, video, fotografia, acquarello, performance) di cinque artisti rappresentati dalla galleria – Anna Ill, Joan Ill, Sito Mujica, Xavi Muñoz, Vanessa Pey – in dialogo con quattro artisti ospiti: Laura Marte, Katia Giuliani, Joaquin Jara e Manel de Aguas.

Score huge savings on the best drugs by Sito Mujica

Il giorno dell’inaugurazione alle ore 20 ci sarà una performance sonora intitolata ‘Global Warming Concert’ di Manel De Aguas (Barcellona, 1996), artista cyborg e attivista trans-specie noto per aver creato e installato due pinne sensoriali cibernetiche sulla sua testa. Si tratta della rappresentazione del riscaldamento globale negli ultimi cento anni, tradotto in suono grazie alle pinne sensoriali climatiche dell’artista. L’opera ha come obiettivo quello di dare voce all’atmosfera terrestre per aumentare la consapevolezza della crisi climatica che stiamo affrontando.

Tra le opere esposte, quella di Laura Marte – di cui è in corso in questi giorni una mostra al Casal Solleric di Palma di Maiorca – che si intitola 2003 > 2021 (parte della quale è stata recentemente acquisita da Es Baluard), dedicata alle donne vittime di femminicidio. Il 2003 è l’anno in cui si è incominciato a contare il numero di donne assassinate dalla violenza maschile in Spagna. Ci furono quattordici morti solo in Catalogna, dove la prima fu Rocío Martín Céspedes (11/1/2003 a Moià, Barcellona), poi Silvia Scotto González (24/01/03 a L’Hospitalet), Gloria Sanz Silva (11/02/03 a Tarragona), mentre della quarta non si conosce il nome (27/04/03 a Girona).

È un lavoro in corso, iniziato qualche anno fa, in cui recupero la memoria, scrivendo i nomi delle donne assassinate, perché credo sia importante far conoscere i loro nomi, proprio perché sono sempre visti come dati” racconta Laura Marte. “Questi appaiono accanto a una mutandina su cui è stampata con la legge modificata 1/2004 (LOVGe). La legge organica del 28 dicembre sulle misure di protezione globale contro la violenza di genere, che è pubblicata in ventitré pagine, l’ho esposta accanto alle mutandine e ai nomi. Nella mostra di Barcellona, dato che la prima fu proprio in Catalogna, ci saranno quattro mutandine con i nomi e una senza nome“.

2003, Silvia by Laura Marte

Il lavoro di Xavi Muñoz, che è stato anche scelto come immagine della mostra HOT, rivendica la naturalezza del capezzolo femminile che, al giorno d’oggi, è sessualizzato e quindi viene vietato o censurato nelle reti sociali. Un tema “caldo” come testimoniano anche il recente post su Instagram di Madonna o la vicenda, in occasione dell’ultimo Festival del Cinema di Venezia, legata alla rimozione, sempre da parte di Instagram, della locandina dell’ultimo film di Pedro Almodovar Madri Parallele poi ripristinata.

Pink Mothers by Xavi Muñoz

Oltre a quella organizzata in occasione dell’inaugurazione, prima della fine della mostra l’11 febbraio, ci saranno altre due performance, una della violoncellista Mariona Camats il 21 gennaio e l’altra di Joaquin Jara il 3 febbraio.

Esfinge by Joaquin Jara

AR-DE è un circuito di gallerie, showroom e musei che offrono le loro migliori proposte con l’obiettivo di promuovere l’arte e il design nel quartiere creativo Poble Nou a Barcellona, incoraggiando la vendita di creazioni di artisti e designer locali e internazionali, emergenti e affermati. Tre giorni per approfittare del ricco programma culturale e di questi spazi e avvicinarsi all’arte e al design in modo diverso.

L’innovativo programma di AR-DE coinciderà con i già noti Urban Talks, un ciclo di conferenze itineranti che mirano ad aprire un dibattito sulla cultura e la creatività nell’ambiente urbano.

HOT (Here Our Team). Dal 10 dicembre 2021 all’11 febbraio 2022, orari 10-14 e 16-19, cocktail 10 dicembre alle 19. L&B Gallery, C/ Àlaba 58, Barcelona (metro Bogatell)

NUOVE VIE

https://youtu.be/xdRf_pgHirQ

Convinta assertrice della possibilità di guidare consapevolmente la propria esistenza grazie ad un preciso stato di coscienza e prestando attenzione ai messaggi che l’Universo dispone lungo il nostro cammino, Daniela Marzani è laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche all’Università di Milano Bicocca con una tesi sul fenomeno della sincronicità, il confronto tra gli studi junghiani, quelli di fisica quantistica e quelli di neuroscienze.

Da sempre interessata alle relazioni interpersonali e alla comunicazione, ha conseguito anche la laurea in lingue allo IULM Università di Lingue e Comunicazione con una tesi sull’espressione poetica delle emozioni riguardo i grandi temi esistenziali. Da sempre studiosa del rapporto tra l’individuo e l’ambiente e delle interazioni tra mente e corpo, utilizza le conoscenze maturate per favorire la comunicazione consapevole e l’espressione autentica di sé attraverso una molteplicità di pratiche tra cui le costellazioni familiari e spirituali.

Per informazioni: https://danielamarzani.it/

Inner Nature


Sofía Fernández Stenström alla Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona

La fotografa Sofía Fernández Stenström presenta dal 18 febbraio al 10 aprile 2021 la sua prima mostra alla galleria Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona, città scelta dall’artista da alcuni anni per vivere e lavorare.

Nata a Stoccolma nel 1974, Sofía Fernández Stenström ha trascorso la sua infanzia tra Svezia e Spagna, dualità che ha fatto nascere il suo interesse per la fotografia come esigenza di comunicare contrasti e ricerca di identità. Dopo aver studiato arte a Londra ed essere diventata mamma ha iniziato a sviluppare un suo proprio stile fotografico esplorando il proprio corpo e catturandone la risposta emotiva. Il contrasto tra il freddo esterno e il caldo interno rappresentato dai due Paesi a cui è legata è evidente nelle sue opere e, parafrasando il regista svedese Ingmar Bergman, le sue foto vanno “dritte alle nostre emozioni, nel profondo della stanza buia dell’anima”.

Femminilità, nudo e natura sono elementi ricorrenti nel suo lavoro, con l’intento di esprimere una carica emotiva di intimità attraverso il personaggio ritratto che si fonde in ambienti onirici, Più che scenari, la natura e la casa si presentano come primitive , habitat della vita, come qualcosa di più di un semplice spazio in cui le relazioni personali si manifestano nel loro ambiente più organico. Dall’esplorazione di temi come la malinconia, la disperazione e la fragilità dei rapporti umani, l’artista attraverso il suo obiettivo cerca di invitare lo spettatore a riconoscersi emotivamente nei volti e nei corpi dei personaggi ritratti.

La fotografia deve essere sentita, non letta o spiegata” è l’idea su cui Sofía basa il suo lavoro: un atto intimo tra lei e la modella, dove entrambe sono aperte l’una all’altra e le loro emozioni si riflettono. Nel processo per poter entrare, le maschere vengono rimosse e gli strati di pelle vengono delicatamente sfogliati. Di conseguenza, le immagini hanno una forte femminilità e nascondono la connessione astratta tra l’una e l’altra. Un’unione sottile che si spezza al tocco.

Sofia ha realizzato diverse mostre nel corso della sua carriera in Spagna, Svezia e Italia. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste, tra le altre, come Vogue Italia, La Mono Magazine, MiND # 9, Jute Fashion Magazine.

LA GALLERIA

Victor Lope Arte Contemporáneo è una galleria d’arte fondata a Barcellona nel 2009. La sua è lanciare e consolidare la carriera di artisti noti ed emergenti che hanno un approccio unico all’arte contemporanea, al fine di valorizzarli a livello globale nel mercato dell’arte europeo e internazionale. Situata nella zona delle gallerie di Barcellona, Victor Lope Arte Contemporáneo dispone di due sale espositive per un totale di 130 metri quadrati. La Galleria organizza una decina di mostre all’anno, alcune curate da esperti, e partecipa anche a varie fiere internazionali e al Barcelona Gallery Weekend. La galleria Víctor Lope è anche membro del consiglio dell’associazione delle gallerie Art Barcelona e del Consortium of Contemporary Art Galleries.

www.sofiaf.com

www.victorlope.com

Nuove parole per il futuro: isocrazia ovvero uguaglianza di potere.

Riporto integralmente ‘Il commento della settimana’ di Moni Ovadia che ho appena letto sulla newsletter settimanale del Manifesto (Lunedì Rosso de l’8 febbraio 2021), perché ritengo molto interessante l’idea che, per immaginare orizzonti alternativi e costruire un nuovo futuro, si debbano anche cercare nuove parole.

“Il dibattito aperto su il manifesto il 19 dicembre 2020 da Stefano Bonaga e Pier Giorgio Ardeni su politica democrazia e società, facendo perno sul concetto assai ficcante di isocrazia, è il primo segno, da molto tempo a questa parte, che c’è vita fra coloro che fanno del pensiero uno strumento di elaborazione progettuale.

Ed è fra quel «popolo» che pensa per motivi di studio, di lavoro o di vocazione, che la politica in quanto edificazione di polis e societas può risorgere. I corpi intermedi per definizione, ovvero i partiti e similia, non sono più tali. Progressivamente si sono trasformati in caciccati di potere, in imprenditori di se stessi come bene è stato scritto da Nadia Urbinati.

Hanno sposato la politique politicienne (la vera antipolitica) che consiste nell’occupare tutti i posti di potere a loro disposizione per guidarli con l’arbitrio dei loro interessi di bottega e nel trascorrere il tempo «politico» in pseudo scontri sul nulla per legittimare il loro ruolo in pletorici talk show, sempre uguali a loro stessi che sono pura camera di risonanza del vuoto pneumatico che abitano.

La società e i territori non rientrano nei loro interessi se non quando pensano ti poter ricavare vantaggi elettoralistici, mostrando un interesse strumentale. In queste condizioni emergono gli uomini peggiori e, che Matteo Renzi sia diventato segretario di un partito che ancora ha l’improntitudine di definirsi di centro-sinistra ne è la prova provata.

Dal canto loro gli uomini migliori che ancora vagano nei partiti per senso di fedeltà, per incredulità nei confronti del disastro, per sentimentalismo irriducibile, o sono degli zombie, o sono ridotti all’insignificanza. Il caso di Fabrizio Barca nella sua travagliata relazione con i democratici è paradigmatico. Rebus sic stantibus è pensabile di riparare i guasti esiziali di ciò che per routine si continua a chiamare democrazia come se i cittadini esprimessero una qualche potenza politicamente misurabile?

A mio parere assolutamente no. Quale costrutto si può trarre dalla politica dei partiti? Alcuno perché essi hanno perso, chi più chi meno, ogni rapporto autentico con i cittadini. È dunque necessario partire dal basso, ma non solo; è necessario rivoluzionare anche il linguaggio politico che la politica politicista ha reso asfittico trasformandolo in un gergo aziendalista partitico, espungendone il nerbo del coinvolgimento, della passione, del sogno, dell’orizzonte ideale verso cui tendere.

Per questa ragione il termine isocrazia proposto da Bonaga ha un timing perfetto. È tempo di scompaginare le consuetudini inveterate ci incastrano nel già detto e sentito, è tempo di rimettere in questione concetti spossati dall’uso meccanico e dall’abuso mediatico è tempo di tornare a studiare per anticipare le trasformazioni e mettersi alla testa dei processi di cambiamento invece di rincorrerli con la lingua a penzoloni finendo per subirli passivamente invece che orientarli verso obiettivi di senso. L’idea di isocrazia e la parola stessa susciteranno in prima battuta reazioni di perplessità e dubbi, di ripulsa e con questo?

Forse che al suo apparire non determinò le stesse reazioni il termine democrazia.

Ma ormai quest’ultima ha perso il suo portato dirompente, ha un sentore di raggiro, evoca meccanismi che in realtà spogliano e defraudano i cittadini della loro potenza politica, li condannano al ruolo di pedine di un gioco progettato a monte del loro sentire, delle loro opinioni, e posto in atto a valle dei loro bisogni, del modo in cui vedono il mondo in cui vogliono vivere e in cui vogliono che vivano i loro figli.

La società reale vede la presenza di molte realtà organizzate che operano politicamente e spesso con straordinaria efficacia. Si pensi al terzo settore i cui attivisti vanno incontro alle esigenze dei cittadini, vicariano uno stato assente non solo per offrire sostegno materiale e servizi, ma anche per garantire una presenza attiva di fronte all’assenza delle istituzioni.

Ci sono movimenti e organizzazioni che ogni volta si mettono in campo per la politica che edifica società, che vigila sul rispetto di diritti e della dignità che rimette in campo i grandi temi su cui si gioca il futuro di tutti noi.

E da ultimo i luoghi di studio, le università, gli atenei, le scuole, fucine dei saperi e di possibili classi dirigenti che spezzino le mediocri e squallide catene delle cooptazioni, dei nepotismi, dei clientelismi, delle corruzioni generatrici dell’humus che concima la classe del governo autoreferenziale e mera imprenditrice di se stessa”.

È venerdì e neanche Ultra Violet ci consola più…

È venerdì… Chi altro potrebbe consolarci con la sua ironia se non Ester Viola? E invece no…

Sono le 9.30 e leggo la newsletter di oggi, 29 gennaio 2021:

“È una repubblica fondata su Mattarella, ma c’è un limite pure all’arte di salvare la baracca.
Va male il piano dei vaccini (non per colpa nostra), vanno male le consultazioni politiche (colpa nostra), la primavera incombe più maledetta che mai. I meli saranno presto in fiore ma noi no, non ci si può innamorare in condizioni troppo avverse.
Intanto variante covid inglese, sudafricana, brasiliana. Il vaccino funziona lo stesso, oppure chissà, lo scopriremo solo vivendo.
Vi prego, per la prossima pandemia almeno organizziamoci meglio – il comitato mondiale sanità incaricherà un solo potente esperto per parlare ai popoli, gli altri alla prima dichiarazione contraria prendono una multa da novecentomila dollari per turbativa dell’ordine pubblico. Il cittadino può ubbidire anche in condizioni avverse, ma cercate di non stordirlo troppo.
Sono dodici mesi che passa in televisione sempre lo stesso talk show: finirà nel 2021. Anzi 2022. Scusate non funzionava la calcolatrice, è il 2023. Fino a quando si può stare su un pendolo che oscilla tra noia e angoscia? Qual è il numero di proclami contraddittori che un povero cristo può subire? Sapete bene che serve un animo sereno per produrre guadagnare e pagare le tasse.
L’unica discussione vagamente interessante resta Sanremo. Le aspettative sono sfortunatamente altissime, vogliono distrarci con Naomi Campbell, chi se ne frega delle co-conduttrici vallette e modelle, servono canzoni struggenti. Questi Extraliscio feat. Davide Toffolo, Colapesce e Fulminacci saranno in grado? Siamo nelle mani di Fiorello.
Qui ci siamo io e Anna Chiara Sai, gennaio è finito ma non abbiamo capito se è una buona notizia. Abbiamo perso il radar, per le buone notizie”.

Era il 2018 quando Pantone decise che Ultra Violet sarebbe stato il colore dell’anno. Allora non ci immaginavamo che quello sarebbe stato forse l’ultimo anno più bello della nostra vita libera. “Inventive and imaginative, Ultra Violet lights the way to what is yet to come.”

immagine tratta dall’articolo https://www.httpixel.it/ultra-violet-e-il-colore-del-2018-drammaticamente-provocante-e-riflessivo/

Non sapevamo ancora quanta inventiva e quanta immaginazione avremmo dovuto trovare dentro di noi negli anni a venire per resistere e provare a tratti ad essere felici. E invece oggi non basta il giallo ad illuminare il grigio. Che poi sono i due colori di Milano, ci avevate pensato? Chissà se alla Pantone lo sanno.

Il colore Ultra Violet avrebbe dovuto aiutarci ad essere più consapevoli e portare il nostro potenziale ad un livello superiore. Ci ha pensato il Covid-19. Era tutto altamente prevedibile o alla Pantone sono preveggenti come i Simpson?

Yeah, everything that ever will be has already been on “The Simpsons”.

https://tv.badtaste.it/articoli/i-simpson-hanno-predetto-anche-il-look-di-kamala-harris-in-un-episodio-in-cui-lisa-simpson-diventa-presidente/